Il Cav torna a sedurre le imprese

«Io sono uno di voi, il vostro programma è il mio programma» arringava e giù applausi a spellarsi le mani. Un feeling che sembrava una cambiale in bianco, un asse di ferro con Palazzo Chigi e che invece nel corso della legislatura si è più volte incrinato spesso sfiorando la rottura fino al tiepido assenso all'ultima Finanziaria. Il vento sta cambiando e se i vertici della Confindustria hanno scelto la linea di mantenersi fuori della mischia in attesa di vedere l'esito del voto, per i singoli imprenditori è già scattato il si salvi chi può. Basta scorrere l'elenco dei partecipanti alle recenti cene elettorali del tour di Berlusconi per rendersi conto che sono in pochi a uscire allo scoperto con tanto di assegno per finanziare la campagna elettorale. La corsa a salire sul carro del vincitore si è esaurita e talvolta chi partecipa a incontri con Forza Italia subito dopo si materializza, con grande astuzia, a una cena con il centrosinistra. Oppure ci sono coloro che non si fanno vedere a questi appuntamenti mondani e versano in gran segreto la quota di sostegno. Non si sa mai, ma se vincesse la sinistra meglio non essere targati. Di certo la ressa, gli spintoni per attovagliarsi con il Cavaliere, sono finiti. A Firenze, alla cena organizzata dal coordinatore regionale Denis Verdini nel centrale ristorante Sabatini, si sono riuniti cento imprenditori che hanno sborsato 10.000 euro a testa per sedersi accanto a Berlusconi. Tra questi l'industriale calzaturiero Balducci di Montecatini, l'imprenditore edile Alessandro Tosi, il commerciante di auto Pietro Leone di La Spezia e lo stilista Stefano Ricci. Il copione si è ripetuto a Modena dove il Berlusconi day si è concluso con la cena al gran hotel Fini a cui hanno partecipato esponenti dell'imprenditoria modenese e non solo. Cinquemila euro per partecipare al party di finanziamento e condividere con il Cav tortellini, filetto e lambrusco. Berlusconi si è intrattenuto con gli imprenditori Andrea Riffeser Monti, amministratore delegato e vicepresidente del gruppo Poligrafici Editoriale, con Zini delle ceramiche Iride di Sassuolo e Schedoni della Kerakoll. A tifare Berlusconi sono anche i re della gastronomia come il romagnolo Francesco Amadori, big del pollo, e Luigi Cremonini, re della carne rossa. A sostenere Forza Italia c'è Sante Levoni, noto produttore dello zampone, Marco Rosi della Parmacotto e Vittorio Fini re dei tortellini. Difficile per Berlusconi la piazza sarda. Qui l'imprenditoria, spiega il cordinatore della Sardegna per Forza Italia Piergiorgio Massidda, «ruota tutta attorno alla sinistra. I tre big, Soru, Mazzella e Grauso, sono schierati con la Regione». Quando Berlusconi è stato a Cagliari come tappa del tour elettorale, non c'è stata la cena perchè il premier è dovuto correre via per impegni altrove. Ma di certo all'appuntamento sarebbero intervenuti piccoli e medi imprenditori. Ultimamente si è detto che Edoardo Tusacciu, presidente della Plast Wood, azienda leader nella produzione di giocattoli brevettati, starebe gravitando attorno a Forza Italia. Di certo però l'imprenditore che è una forza emergente, non ha nessuna intenzione di esporsi tanto più che i sondaggi pur indicando una rimonta per la Cdl indicano sempre il centrosinistra in vantaggio. Ma Massidda è ottimista. Sostiene che dopo le elezioni regionali in cui numerosi piccoli e medi imprenditori avevano abbondonato la Cdl spostandosi con il centrosinistra, «ora si stanno ricredendo. Speravano in un cambiamento ma sono stati delusi perchè si sono resi conto che i gruppi legati alle coop si sono appropriati degli appalti. Quindi ora stanno tornando con Forza Italia».