Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Un mese di Berlusconi sopra le righe

Esplora:
default_image

  • a
  • a
  • a

Un ciclone, una valanga, uno tsunami. Berlusconi sta cercando di travolgere i suoi avversari, ma anche gli alleati. Con tutto se stesso, con le parole e con il corpo invade la politica e la tv per dire senza freni quello che pensa di Prodi e compagnia. Un giorno va in procura a denunciare i dirigenti Ds per quelli che ritiene comportamenti scorretti politicamente e chissà anche legalmente. Nel salotto tv di Anna La Rosa sostiene che le cooperative rosse in Campania fanno affari con la camorra. Di fronte alle telecamere di Italia 7 sostiene che fu Prodi, insieme agli ex dc, ad essere salvato da una legge ad personam con l'amnistia alle scorrettezze commesse alla partecipazioni statali. L'ultima è sui magistrati, tra i suoi bersagli preferiti, due giorni fa li ha accusati di essere in massa talmente comunisti che neppure un viaggio a Cuba farebbe loro cambiare idea. Nell'isola caraibica i magistrati potrebbero giusto fare del turismo sessuale senza capire nulla della dittatura. Sicuramente Berlusconi ha già un primato: è il primo leader politico che pubblicamente usa parolacce in questa campagna elettorale: «La sinistra è sempre incazzata». E ancora: non è possibile che «secondo i giornali io al governo ho fatto solo cazzate». È un Berlusconi quello degli ultimi tempi sempre più radicale, sempre più aggressivo, sempre più imprevedibile. Che lascia spiazzati, in molti anche tra i suoi sostenitori. A Franco Cardini per esempio proprio non piace questo atteggiamento e dichiara con franchezza: «Berlusconi ha perso il senso della misura. Certo ha un grande merito - continua lo storico ed ex consigliere di amministrazione Rai, vicino alla destra ma sempre da posizioni eterodosse - lui ha capito una cosa: la fragilità della compagine della sinistra e allora usa questa debolezza come leva per vincere. Però certo la sua aggressività è chiaramente il sintomo di una grande paura di perdere». È la paura delle conseguenze giudiziarie che può avere la sua sconfitta che, secondo Cardini, fa uscire dai gangheri il presidente del Consiglio: «Sente - a torto o a ragione - che i magistrati gli stanno con il fiato sul collo». Giuliano Urbani (tessera numero due di Forza Italia), ex ministro, politologo, allievo di Norberto Bobbio, professore alla Bocconi e consigliere alla Rai per la Cdl, non è proprio d'accordo. Per lui quella di Berlusconi è una strategia assolutamente razionale: «Bisogna portare a votare gli indecisi. E ricordare quanto è alta la posta serve e come. Queste elezioni sono diventate una specie di referendum pro o contro Berlusconi. Quindi non è colpa sua se il clima si è tanto invelenito». «È vero lo scontro si è polarizzato, ma Berlusconi è convinto che se è lui il protagonista della campagna elettorale non può non vincere», sostiene Paolo Pombeni, politologo bolognese, vicino a Prodi non solo per l'indirizzo: «Berlusconi ha le sue armi, in genere mira a suscitare delle emozioni, e non punta sulla razionalità». Quindi non c'è da stupirsi di certe parole e certe accuse? «Io non credo nell'imbarbarimento della politica per colpa di Berlusconi» dice Pombeni. «I grandi leader quando si sentono in difficoltà tendono a spararla grossa. Wiston Churchill, per citare un grande statista, alla vigilia delle elezioni che seguirono la fine della guerra nel '45 per convincere i suoi concittadini a non votare per i laburisti disse che se avessero vinto Atlee e i suoi per gli inglesi sarebbe stato come avere di nuovo la gestapo in casa, solo un po' più gentile. Allora Churchill perse e quella sconfitta mise fine alla sua vita politica, ecco vorrei ricordare a Berlusconi che dire tanto male degli avversari in genere non paga». «Ma è solo per difendere l'operato del suo governo che usa tanta enfasi» ribatte Urbani: «I giornali non ne parlano mai e allora lui si impegna in prima persona per raccontare quello che è cambiato in questo paese negli ultimi cinque anni. Se i toni qualche volta sono eccessivi è solo perché si sa le campagne elettorali sono fatte di questo: si dice esa

Dai blog