Berlusconi: «Prodi all'Iri aiutò le coop»

Dopo Firenze e Cagliari, il presidente del Consiglio arriva nella «rossa» Emilia e sceglie il Palasport di Modena per lanciare i suoi strali contro l'Unione. Bersagli preferiti Romano Prodi e la commistione tra affari e politica, tra coop e Ds che, in Emilia, è, secondo lui, quasi norma. Insomma, ancora una volta, come era accaduto nelle ultime settimane Silvio Berlusconi utilizza un'occasione pubblica per alzare i toni e sparare contro il suo avversario. Al punto che Romano Prodi, questa volta, fa sapere, attraverso il suo ufficio stampa, di essere pronto a sporgere querela. Il pomeriggio del premier inizia con un gradito (almeno per lui) fuori programma. Davanti all'albergo dove ha appena incontrato un gruppo di imprenditori circa 200 persone lo applaudono e gli gridano: «Forza Silvio, liberaci dal comunismo qui a Modena». Parole che caricano il premier che, arrivato al Palazzetto, si scatena. Merito anche, di un sondaggio americano (sa lui stesso citato) che darebbe la Cdl finalmente in vantaggio suul'Unione. «Quando era all'Iri - dice dal palco - Prodi aveva aiutato le coop rosse e ha svenduto le aziende a De Benedetti». Ma, mentre Berlusconi attacca le coop rosse, dall'Udc arriva la notizia che il partito è pronto a candidare il presidente della Confcooperative (le coop bianche) Luigi Marino. Competition is competition anche se per Prodi, questo ennesimo attacco, è la classica «goccia che fa traboccare il vaso». Immediata la nota dell'ufficio stampa del Professore che fa sapere che per le stesse accuse il ministro Giovanardi è già stato querelato sia da Prodi che da Turci. Ma il leader dell'Unione non si ferma qui e risponde per i toni al premier che lo attacca sul tema dei confronti televisivi. Se infatti Berlusconi aveva detto di essere pronto a confrontarsi con una «poltrona vuota» qualora Prodi avesse rinunciato al faccia a faccia, il Professore replica: «È meglio che ci salga su questa sedia vuota, così acquista una statura normale». Una "battutaccia" che per Paolo Bonaiuti «conferma il basso livello raggiunto» dal capo dell'Unione. E dire che prima di questo feroce scambio di battute i due si erano sì punzecchiati, ma civilmente. Toni bassi che avevano contagiato anche gli alleati del Professore. «Non dobbiamo mica farci condizionare dalla sua violenza - aveva spiegato il presidente Ds Massimo D'Alema - è solo alla ricerca della rissa». «Noi vogliamo confrontarci sui contenuti, sui programmi» aveva sottolineato il diellino Franco Marini. E analoghi, anche se più duri, erano stati i toni usati dal segretario della Quercia Piero Fassino. Dal Cavaliere, aveva affermato, arriva «un segnale di grande difficoltà e debolezza. Se è veramente convinto di aver governato bene perchè deve fare una campagna sul complotto rosso?». In serata invece l'argine si rompe e il dibattito politico torna sul terreno dello scontro frontale. Ma l'affondo del premier non è solo contro l'opposizione. Serve anzi a far capire anche agli alleati della Cdl che lui è e resta il vero leader. Insomma, è vero che ora c'è il proporzionale, ma è bene che certe cose si ricordino: è Berlusconi che dà la linea ed è Berlusconi che deve tornare a Palazzo Chigi. Ma il nemico numero uno resta l'Unione. Al punto che Berlusconi, in una lunga intervista a È-TV, emittente regionale emiliana, si scaglia anche contro la Margherita. «Nella composita coalizione della sinistra - dice - c'è un partito, la Margherita, che dovrebbe essere di cattolici ma che invece è fatta di cosiddetti cattocomunisti». «Gli esponenti della Margherita - aggiunge - considerano tutto ciò che è privato come qualcosa di negativo ed il denaro come sterco del demonio. Inoltre riescono a stare con Bertinotti e gli altri che hanno un atteggiamento contro la Chiesa cattolica». Poi si scaglia nuovamente contro il «sistema di potere» che lega il Pci-Pds-Ds e le cooperative sostenendo che in tale intreccio si sono anche ravvisate delle truffe come