Attacchi a coop e camorra
Il premier: «D'Ambrosio candidato coi Ds? È un premio»
Una temperatura imposta dalla tattica del presidente del Consiglio, rispetto alla quale le altre componenti della Cdl tengono un atteggiamento più prudente, mentre l'opposizione ha deciso di non reagire a quelle che considera provocazioni studiate. Ormai, nella tattica d'attacco di Berlusconi, anche la vicenda Unipol è passata in secondo piano. Quella, ha detto il presidente del Consiglio, era solo «la punta dell'iceberg»; il terreno su cui attacca è un processo per presunti rapporti fra una cooperativa campana e la camorra, che sarebbe finito in prescrizione a causa del comportamento di «una certa magistratura». Una vicenda che Berlusconi indica come esemplare dei legami fra i Ds e magistratura «politicizzata», che avrebbe una riprova nella candidatura per i Ds di Gerardo D'Ambrosio, già capo della procura di Milano che ha condotto numerose inchieste su Berlusconi. Candidatura che sarebbe un premio per i «buoni servigi resi alla causa». Se Berlusconi aggiunge un carico alle proprie affermazioni ogni volta che parla, Prodi risponde di aver ormai dato una «sterzata» alla sua campagna, per portarsi fuori dalla strada dello scontro su cui voleva spingerlo Berlusconi, e per concentrarsi lo sforzo nei «messaggi sui programmi ai cittadini». Alla linea di non reagire si attengono anche i Ds, anche se Piero Fassino non riesce a non replicare che Berlusconi «sta esagerando», e Vannino Chiti avverte che il presidente del Consiglio potrebbe essere chiamato a rispondere in tribunale delle sue «provocazioni». Comprensione per le ragioni di Berlusconi è espressa invece dal ministro della Giustizia, Roberto Castelli. Che, senza entrare nel merito delle affermazioni del premier, pone a sua volta il problema dei magistrati che «danno l'immagine di militanti politici». Un problema per il quale Castelli attacca esplicitamente Armando Spataro, di Milano, che in quanto magistrato di sinistra «potrebbe avere un atteggiamento non imparziale verso gli agenti Cia di cui ha chiesto l'estradizione», e Giovanni Palombarini, giudice di Cassazione che, ricorda il ministro «voleva celebrare l'unione tra gay, e le coppie di fatto». Inoltre, una nota del ministero ha annunciato che è stato disposto un accertamento preliminare per provvedimenti contro alcuni magistrati del tribunale di Bergamo che hanno promosso una raccolta di firme per il referendum contro la riforma costituzionale che prevede la devolution.