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Candidature, il premier premia i «secchioni» e i fedelissimi

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Dopo aver sistemato i big di Forza Italia come capilista al Senato, dove la partita elettorale sarà decisiva, Silvio Berlusconi si sta concentrando sulle liste. Il Cavaliere, raccontano, ha stabilito dei criteri di massima per la scelta dei candidati che dovranno affrontare la sfida del 2006. Ma su uno in particolare, spiega chi sta lavorando alla campagna elettorale, «non è disposto a transigere: l'affidabilità dimostrata in Parlamento durante la legislatura». Il premier, assicurano, ha raccomandato ai suoi di puntare anche sul requisito della territorialità per garantire la presenza capillare del partito in tutte le «aree geografiche della mappa elettorale». Il candidato ideale deve contare anche su un serbatoio di voti personali spendibili, cartina di tornasole della propria capacità di radicamento sul territorio. Fi punterà, naturalmente, sui giovani e sulle donne, soprattutto su quelli che non hanno incarichi nel partito,in nome di quel ricambio generazionale più volte invocato dal presidente del Consiglio. Ma sarà la lealtà il vero chiodo fisso del leader della Cdl, che ha chiesto qualche mese fa ai capigruppo Elio Vito e Renato Schifani di avere informazioni dettagliate sull'attività dei deputati azzurri in questi 5 anni. Una sorta di ricognizione con tanto di dossier sul numero delle presenze in aula, comprese le interrogazioni e i progetti di legge. Un vero e proprio test di fine legislatura, che già fa dire a qualcuno scherzando: «Silvio ci vuole dare i voti in pagella...». «C'è un regolamento di massima, in via di definizione», precisano ambienti di Fi, ma la griglia di partenza è pronta e non sarà cambiata: la scelta del candidato non dipenderà, quindi, solo dall'appeal televisivo, ma dalle effettive doti professionali. Avrà più chance di superare l'esame chi risulterà più fedele alle indicazioni del partito e avrà dato un contributo concreto alla promozione parlamentare dell'attività di governo. Berlusconi, raccontano, sta cercando persone motivate, determinate a recuperare i consensi perduti e sorde alle sirene centriste, sempre in agguato. L'obiettivo è evitare cambi di casacca e casi di trasformismo, che possono solo far male all'immagine del movimento e fare il gioco del centrosinistra in vista del dopo voto. Conferma Mario Mantovani, responsabile del motore azzurro, la macchina elettorale di Fi voluta dal premier per preparare la campagna 2006: «Conterà innanzitutto la fedeltà e l'affidabilità. In particolare i candidati dovranno essere espressione territoriale diretta di Comuni e Province». Nei corridoi dei palazzi è già partita la corsa al deputato più secchione. Certamente, per ora, in pole position resta Aldo Perrotta, deputato napoletano, eletto con il proporzionale nella circoscrizione Campania 1. In 5 anni è stato primo firmatario di 170 progetti di legge (di cui 30 sono diventati legge), ha collezionato, tra interrogazioni e ordini del giorno, 5100 provvedimenti, con 200 interventi in commissione e 140 in aula.

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