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Rognoni tira fuori la «lista di proscrizione»

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In caso di vittoria di Prodi via Mimun e Del Noce, ridimensionato Vespa, più spazio a Santoro

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Carlo Rognoni, consigliere di amministrazione Rai in quota Ds sente aria di vittoria del centrosinistra e già compila la lista dei buoni e dei cattivi, di quelli da cambiare e degli amici da recuperare. Sicchè con una intervista al Corriere della Sera, Rognoni ridisegna la mappa della Rai anche se in modo mellifluo sottolinea: «Sbaglieremmo a pensare che se vince il centrosinistra alcuni dirigenti Rai vadano messi in un angolo al posto di altri, finiti nell'angolo per ragioni politiche. Noi del centrosinistra non siamo come loro. Se lo siamo stati in passato abbiamo sbagliato. E in futuro non ripeteremo l'errore». Rognoni dice che «non è tempo di vendette nè di giustizie» e nessuno «deve temere nulla». «Chi ha pagato un prezzo perchè messo in disparte per questioni politiche, va risarcito -dice ancora Rognoni- Ma far lavorare tutti non vuol dire ricorrere allo spoils system ma perseguire l'interesse della Rai premiando il merito».Poi però ammette che «problemi potrebbero esserci per Raiuno. Da sempre la rete ammiraglia è filo-governativa. Bisogna vedere con quali sfumature. Il conflitto di interessi ha paradossalmente reso molto difficile il compito di Del Noce e Mimun». «Non escluderei», afferma dunque il consigliere, che Mimun e Del Noce decidano di lasciare Tg1 e Raiuno se le elezioni premiassero l'Unione. Certo, aggiunge, «dopo continuerebbero a svolgere il loro lavoro. Non è obbligatorio essere direttori». Rognoni scandisce anche le presenze di Bruno Vespa. «Assicura ottimi ascolti. Ma già ho detto che quattro serate a settimana sono troppe, anche perchè Vespa ha un contratto per tre serate. Occorre invece allargare l'offerta. Magari trovando un altro Antonio Socci. La Rai non deve aver paura delle libertà». Per Rognoni, poi, «Santoro, in vista del suo impegno a primavera, deve riprendere a lavorare immediatamente», mentre Carlo Freccero «deve poter tornare a lavorare nelle migliori condizioni». Quanto alla possibilità che il cda a maggioranza di centrodestra resti effettivamente in carica per altri due anni e mezzo, in caso di governo guidato dall'Unione, Rognoni afferma: «Nel programma del centrosinistra c'è anche la riforma del criterio di nomina del Cda». Sconcerto e polemiche dal centrodestra. Butti (An) sostiene che Rognoni parla come un «controllore politico». «Non mi scandalizzo se dalla Sinistra parlamentare partono attacchi a giornalisti e direttori che in Rai hanno brillantemente lavorato fino ad oggi». E Lainati, capogruppo di FI in commissione di vigilanza, dice che sono «affermazioni inaudite e la vicenda non potrà non trovare eco in commissione vigilanza». Per Lainati è «una vera e propria minaccia nei confronti di quei manager che lavorano da anni in Rai, dopo un brillante passato in Mediaset».

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