Prodi ora confessa: «Ho i riflessi lenti»
Ho bisogno di scaldarmi un po', se si vuole ho anche i riflessi lenti. Ma è inutile fare la guerra di nervi ad un padano lento perché ci si perde sempre». Romano Prodi, ospite ieri mattina alla trasmissione «Omnibus» su LA7, ha spiegato come mai la sua campagna elettorale è così diversa da quella del suo avversario Silvio Berlusconi. E, come da copione, ha bocciato senza appello qualla scelta dal premier. «Non è giusto approfittarsi dei media — ha detto — mi aspetto che Berlusconi vada anche alle telepromozioni a vendere tappeti. Tutti gli osservatori stranieri giudicano questo comportamento inaspettato e fuori dal mondo se poi porterà risultati positivi o negativi lo vedremo. Finora i dati sono negativi, non neutri». «Ma che si vuole — ha aggiunto Prodi — che dettino loro, quelli del centrodestra, i tempi della campagna elettorale? Vogliono che io continui a partecipare a un carnevale in cui non ci si capisce nulla e si dicono poi anche cose diverse? No, io sono tranquillo e parlo quando ho qualcosa da dire, altrimenti sto zitto. Abbiamo tutti gli elementi per dire che quello che faccio va bene». E poi, ha fatto notare il leader dell'Unione, il cammino è lungo: «Si vota non domani ma il 9 aprile. In quel giorno devo dimostrare che ho fatto un lavoro serio. Noi abbiamo lavorato bene, abbiamo un programma comune e se poi la gente non leggerà le oltre 200 pagine del nostro programma, certo leggerà le venti di sintesi e quella della pagina unica che lo riassume tutto. Questi sono i miei tempi». Nel corso della trasmissione Prodi ha anche toccato alcuni punti del programma dell'Unione, in particolare quelle che riguardano la politica fiscale. Prima fra tutte quella di tassare le rendite finanziarie. «Vanno alleviate le imposte sul lavoro e incentivare l'efficienza del sistema, che vuol dire far ripartire ricerca e sviluppo — ha spiegato — Quanto alle rendite finanziarie, saranno tassate di più, ma non quelle minori, perchè sarebbe ingiusto». Prodi ha sottolineato la necessità di una tassazione regolare, perché, ha spiegato, le una tantum varate dal governo «hanno scombussolato l'intero sistema fiscale». L'ipotesi a cui lavora l'Unione, secondo Prodi, è quella di una diminuzione delle imposte dirette e di quelle sul lavoro. Prodi è anche intervenuto sull'ipotesi, avanzata da alcuni giornali, che Massimo D'Alema possa diventare, nel futuro governo, presidente della Camera: «Smentisco assolutamente questa ipotesi, anche se ha un suo realismo». «Forse — ha aggiunto — il giornalista pensava alla prima cosa cui uno pensa in questi casi: c'è un presidente del Consiglio che non è nè dei Ds nè della Margherita, le due Camere vanno all'uno e all'altro partito. Ma è stata una deduzione del giornalista. Non ho ancora cominciato a fare nessun discorso sul dopo perchè sarebbe abbastanza prematuro». Nel pomeriggio, intervenendo a un'assemblea dei militanti socialisti del Nuovo Psi di Bobo Craxi Prodi è tornato ad attaccare Berlusconi: «Ha tentato di vanificare le regole del confronto civile anche provando a spostare la data delle elezioni dopo aver stravolto la legge elettorale. Soltanto la saggezza e la tenacia del presidente della Repubblica», secondo Prodi, ha impedito lo slittamento della data delle elezioni. Prodi ha detto di essere preoccupato anche per il travalicamento dei limiti di spesa per la campagna elettorale. «Hanno molti più soldi di noi e sono pronti a tutto», ha osservato, aggiungendo: «Hanno approvato un emendamento per aumentare i limiti di spesa della campagna elettorale, una scelta in controtendenza con il nostro orientamento di limitare i costi della politica e questo è preoccupante». Il senso di queste operazioni, secondo il leader dell'Unione, è «sempre quello di piegare le istituzioni ai propri interessi». La destra «non vuole regole, ma l'Italia ha bisogno di legalità e riforme».