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di NICOLA IMBERTI CHE la Quercia avesse un certo feeling col mondo del cinema non c'erano dubbi, ma ...

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Invece, sorpresa delle sorprese, dal primo febbario ecco arrivare nei cinema la famiglia Spera. Cinque spot (o meglio cinque corti cinematografici) che racconteranno le vicissitudini di questa famiglia italiana delusa dalle promesse del governo Berlusconi. I corti, che sono stati presentati ieri al cinema Adriano di Roma, verranno trasmessi in 700 sale cinematografiche sparse su tutto il territorio nazionale e saranno il cuore della campagna di comunicazione dei Ds in vista delle prossime elezioni del 9-10 aprile. Una campagna giocata con l'arma dell'ironia e della leggerezza perché, come ha spiegato il segretario dei Ds Piero Fassino, la Quercia non ha nessuna intenzione di lasciarsi coinvolgere nel clima di «veleni e veline (non quelle di Striscia la Notizia, ma quelle che stanno avvelenando il dibattito elettorale)» che ha caratterizzato queste settimane. E di ironia, in questi cinque corti realizzati dall'agenzia Proforma (la stessa della campagna elettorale di Nichi Vendola), ce n'è a volontà. Difficile non sorridere con nonno Spera che rischia l'infarto davanti alla televisione che parla di Berlusconi 24 ore su 24 (si salverà solo grazie all'intervento del figlio che inserisce nel videoregistratore una videocassetta con una puntata de Il Fatto di Enzo Biagi). Ma occhio a non ridere troppo perché, continua Fassino, «il voto di aprile è una cosa seria». «Sarà una campagna dura» gli fa eco il responsabile della Comunicazione elettorale del partito Gianni Cuperlo. Ma la Quercia la combatterà con messaggi soft. In fondo alla famiglia Spera basterebbe poter andare a cena fuori, poter vivere in una nazione unita e non spaccata dalla devolution della Lega, poter impedire a nonno Spera di lavorare per tutta la vita, poter vivere in una nazione che investe di più in ricerca e innovazione e poter vedere una televisione finalmente imparziale. Dopotutto, come sottolinea Cuperlo, la vittoria è lì a portata di mano, sono gli altri a rincorrere (soprattutto sul piano della comunicazione). «Abbiamo cominciato con le affissioni e subito Forza Italia ha deciso di aprire la hompage del suo sito con dei "taroccamenti" delle nostre affissioni. Simpatici "taroccamenti", ma 5 anni fa eravamo noi a modificare i loro manifesti». E allora, con la vittoria quasi in pugno, meglio muoversi il meno possibile e lasciare fare al premier che, in queste settimane, è stato «aggredito da bulimia televisiva e informativa». Alla Quercia la missione di dare concretezza allo slogan (anch'esso mutuato dal cinema) scelto per questi 75 giorni di campagna elettorale: domani è un altro giorno. Non a caso, sottolinea ancora Fassino, «il nome della famiglia è "Spera". La parola magica della campagna di Berlusconi nel 2001 era "più" (più opportunità per tutti), e lui ne era l'esempio vivente. Oggi invece riscontriamo la distanza enorme che c'è tra ciò che è stato evocato e ciò che è stato realizzato, che per molti è stato un "meno"». Funzionerà? Tutti dal direttore creativo della Proforma Giovanni Sasso, ai registi dei corti Gianni Troilo e Graziano Conversano, fino agli attori pensano di sì. Al punto che la campagna verrà ulteriormente sviluppata attraverso il sito www.famigliaspera.it. Anche Piero Fassino non perde occasione per sottolineare che i primi riscontri sono positivi. Anche due «maestri» come Ettore Scola e Vincenzo Cerami (presenti all'Adriano per questa presentazione) benedicono l'iniziativa. L'unico che si mantiene un po' tiepido è il tesoriere Ugo Sposetti. Con tutti questi soldi spesi (900mila euro), ci manca solo che non funzionino.

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