Prodi imita il Cav: «Aumento le pensioni»
Ospite di Mimun, il Professore promette: «Alzeremo le minime e le agganceremo al costo della vita»
Romano Prodi, in queste settimane poco incline alle apparizioni televisive, ieri sera ha scelto il programma di Clemente Mimun, Dopo Tg1, per lanciare la sua offensiva. Un'offensiva che ha preso le mosse dall'insistenza con cui Silvio Berlusconi ha chiesto un prolungamento della legislatura. «La saggezza di Ciampi e la sua tenacia hanno ottenuto il 9 aprile e questa è la cosa più importante» ha detto il Professore arrivando a Saxa Rubra per la registrazione. Poi, subito, ha aggiunto. «Voler quindici giorni in più per far lavorare il Parlamento, mi ricorda i miei studenti che volevano un giorno in più per l'esame. Di solito erano quelli che il giorno dopo venivano bocciati». Prodi ha quindi detto la sua sulla possibilità di un faccia a faccia con il premier. Un'idea su cui già martedì da Fiorello aveva aperto («Confronti? Ce ne saranno uno, cento, mille...»). Ieri il Professore ha ribadito la propria volontà di «scontrarsi» con Berlusconi: «Le diplomazie non sono ancora al lavoro. In tutto il mondo i duelli, come li chiama lei, o i dibattiti, come li chiamo io, si fanno nell'ultima parte della campagna elettorale. Ed è giusto così». Quindi spazio al programma («Stiamo andando avanti tranquillamente») e qualche anticipazione sul vertice dell'Unione di oggi: «Faremo una regolare riunione nulla di speciale, ma stiamo andando avanti lavorando seriamente sia per le liste che per il programma». E se qualcuno pensa che la bozza del programma dell'Unione sia troppo vaga ecco due promesse in perfetto «Berlusconi-style». «Noi abbiamo un progetto preciso - spiega il Professore -: l'aumento delle pensioni minime ed il loro aggancio al costo della vita». Ma non si ferma qui. «Bisogna diminuire il costo dell'ora di lavoro a tempo indeterminato ed aumentare il costo dell'ora di lavoro precario». Eccoli qua i primi due slogan della campagna del Professore: aumentare le pensioni minime e più soldi per i lavoratori precari. C'è un'ultima cosa in sospeso: quella tirata di orecchie ricevuta proprio qualche giorno dal presidente della Cei il cardinale Camillo Ruini. Prodi la prende alla lontana, ma la sua sembra la classica captatio benevolentia. Il Professore parla della prima enciclica di Benedetto XVI: «È bellissimo che la prima enciclica del nuovo Papa Benedetto XVI sia sul problema della giustizia, l'amore e la carità». Punto e stop. Prodi chiude qui la sua apparizione televisiva e si reca ad un incontro dell'associazione «Il Campo» fondata dal diessino Pino Soriero, che raccoglie dirigenti dell'università e delle professioni della Calabria (dove il Professore sarà candidato come capolista alle prossime elezioni politiche). Qui il leader dell'Unione si concede un altro paio di battute. La prima è una frecciatina al premier che, anche ieri, ha detto che la Cdl ha quasi raggiunto l'Unione. «È un quasi, di una dimensione enorme, enorme, enorme... - commenta sarcastico - Però ha ragione... quasi». Quindi difende i partiti. «Noi non abbiamo mai svolto una politica antipartitica - spiega -. I partiti sono uno strumento della democrazia in una società moderna». Anche se aggiunge che «ci sono stati cambiamenti negli ultimi decenni» e che prima «i partiti erano alimentati con un rapporto stretto con la società». Questi legami, secondo il leader dell'Unione, «si sono interrotti e ora bisogna di nuovo portare la politica italiana a ricevere nuove energie». La giornata di Prodi però non è finita. Resta ancora un appuntamento: la premiazione del quotidiano Il Riformista che lo ha eletto miglior politico dell'anno. Un anticipazione in attesa del 9 aprile?