STEFANIA Prestigiacomo è furibonda.
I pochi senatori presenti (pochi quelli del suo partito, Forza Italia, tanti quelli di An) fanno capannello attorno a lei. E la Prestigiacomo si lascia andare e accusa proprio gli azzurri, «rei» di aver di fatto silurato il provvedimento: «Forza Italia mi ha tradito», tuona rivolta a un nugolo di esponnti di An. E aggiunge: «Sto meglio in mezzo a voi». Quelli del partito di Fini sorridono e il ministro continua, come a voler rimarcare il senso delle sue parole: «Sì, Forza Italia mi ha proprio deluso. Sto con voi, se mi volete verrò con voi». Sguardi interdetti. Poi, proprio la Prestigiacomo si rende conto di quello che ha detto e tace. Ma le sue frasi fanno il giro dei palazzi della politica. Viene coinvolto anche Silvio Berlusconi, e poi naturalmente Gianfranco Fini, che si era strenuamente batutto proprio per il via libera el provvedimento. Nel vorticoso giro di contatti, la Cdl decide di procedere alla ricalendarizzazione del provvedimento per domani. Ma al ministro non basta. È provata, denuncia «rammarico e sconforto». «Quando non c'è la volontà politica...». E si ferma qui, non si spinge oltre. Misura le parole, anche se stavolta riprendono le voci di una sua fuoriuscita da Forza Italia e una sua sempre maggiore vicinanza con An: avrebbe anche dato consigli a Fini sulle candidature delle donne. Potrebbe riservare un posto per se. F. D. O.