Rai, l'Unione prepara l'organigramma

Ed era anche tanto tempo che Beppe Giulietti che non veniva pure fermato per strada. Ma il più assediato è lui, Claudio Petruccioli, presidente della Rai ed ex senatore Ds. Erano mesi che gli esponenti di centrosinistra che si occupano di informazione non si sentivano così corteggiati. Che succede, allora? In questo periodo la mattina tra viale Mazzini e Saxa Rubra si consultano compulsivamente i giornali. E non per conoscere i risultati dell'auditel, ma per vedere altri dati. Tutti vogliono sapere come vanno i sondaggi per capire il proprio destino, e come sia meglio collocarsi. Infatti se, come sembra ancora molto probabile, il centrosinistra dovesse vincere le elezioni, per l'informazione pubblica, insomma nella Rai sempre in balìa delle maggioranze, i cambiamenti non mancheranno. Se Prodi, la Margherita e i Ds cambieranno gli assetti della Rai ogni mossa sarà misurata alle loro percentuali elettorali. Come in un manualone Cencelli e nel perfetto stile Rai. Il riposizionamento, però, quello è già cominicato. Le grandi operazioni per conquistare le poltrone migliori sono in corso già da tempo. Probabilmente ai prodiani andrà il controllo della rete ammiraglia, Rai Uno. Via Del Noce e Minum, cioè direttore di rete e di testata, e largo ai nuovi anche se non proprio giovani. Come direttore del canale si parla di Giovanni Minoli, da anni una delle colonne del servizio pubblico, pare molto gradito soprattutto a Flavia Prodi. L'inventore di Mixer sogna di diventare direttore generale. Se non ci riuscirà potrebbe essere riposizionato alla guida del primo canale. Accanto a lui come direttore del tg potrebbe tornare Gad Lerner vicinissimo al Professore, che già ai tempi del primo centrosinistra ebbe tale responsabilità che perse per via di una brutta storia di divulgazioni di immagini di pedofilia (ma forse anche per contrasti interni alla redazione). E infatti ciò che mette ancor oggi in forse il suo ritorno è un possibile fuoco di fila della redazione. Se le truppe interne che gli farebbero la fronda avessero la meglio, a Lerner andrebbe solo la conduzione dell'approfondimento giornalistico della rete. Certo lì se la dovrebbe vedere con Bruno Vespa e non sarà facile. Perché Vespa è più di un'istituzione e nessuna maggioranza vorrà negargli i suoi spazi. Una cosa comunque è sicura: il canale non cambierà né stile né target, sempre per famiglie e un po' democristiano. Raidue dovrebbe restare alla Cdl. Ma la Margherita spera di farla diventare la sua rete in parte condivisa con i Ds. Sono previsti in grande spolvero Carlo Freccero e Michele Santoro. Al primo, che è quasi bipartisan tra Ds e Margherita, dovrebbe andare la direzione di rete e soprattutto il controllo sui programmi leggeri che da sempre sono il suo forte. A occuparsi di informazione ci sarà Santoro e il suo clan. Certo, i suoi rapporti con Rutelli non sono idilliaci, però - forte del suo carisma e della sua storia da epurato per diretta mano di Berlusconi - potrebbe vincere le resistenze di interni ed esterni. A Raitre che dovrebbe diventare dominio dei Ds (con un regno comunque diviso tra amici e vestali di Fassino, Veltroni e D'Alema) probabilmente arriveranno le uniche new entry, ovvero Antonio Polito e Pierluigi Diaco. Al primo, attualmente direttore del Riformista, un tempo dalemiano doc e oggi vicino pure a Rutelli, potrebbe andare la direzione del tg. Diaco, il dj più amato dai Ds, e reduce da frequenti duetti con Fassino, potrebbe occuparsi dell'approfondimento. Per la rete potrebbe esserci una delle poche riconferme. Paolo Ruffini, pur molto vicino alla Margherita, ha molto ben trattato una serie di giovani giornalisti vicini ai Ds come Giovanni Floris e Andrea Vianello, e quindi potrebbe essere riconfermato per garantire il gruppo di conduttori di sinistra ma moderati, politicamente corretti e non aggressivi. Lo schema funziona, però può saltare con grande facilità per via degli outsider. Tra i giornalisti c'è Lucia Annunziata, l'ex presidente della Ra