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È il volume di più di 400 pagine che il beniamino dei girotondini Marco Travaglio ha scritto insieme a Peter Gomez. Se il centrosinistra di piazza dovesse prevalere su quello di palazzo là, ne L'inciucio, ci sono tutti i nomi e cognomi di quelli che dovrebbero fare gli scatoloni in caso Prodi arrivasse a Palazzo Chigi. Certo, le ragioni della politica spegneranno i bollori della passione e della partigianeria. E i proclami cattivisti - che pure si sprecano in questi giorni tra i dirigenti dei partiti dell'Unione contro giornalisti e presentatori troppo teneri con Berlusconi e maggioranza - finiranno nel dimenticatoio. In fin dei conti come si fa a mandare a casa la gente o a stravolgere gli equilibri profondi di quel gran ministero che è la Rai? Certo, i direttori dei tg della Rai verranno sostituiti, ma questa è quasi ordinaria amministrazione. Soprattutto i Ds, che ora ci vanno giù duri - ieri il loro responsabile del settore informazione diceva che «Il telegiornale di Mimun fa schifo» - difficilmente saranno alla testa degli epuratori ma faranno come sempre la parte dei fratelli più grandi e responsabili. Ovviamente qualche cambiamento ci sarà e per alcuni non verranno spese tante parole di difesa, come per Fabrizio Del Noce, attualmente direttore di Raiuno, e - appunto - il direttore del Tg1 Clemente Mimun, o ancora il direttore di Raidue, Massimo Ferrario, praticamente mai assurto agli onori della cronaca, e forse anche l'attuale direttore del Tg3 Antonio Di Bella finirà nel dimenticatoio. Il direttore del Tg2 Mauro Mazza, nominato in quota An a cui tutti, a destra e sinistra, riconoscono grande professionalità è possibile che venga spostato alla radio, che probabilmente diventerà il refugium peccatorum di molti dirigenti in uscita. Altri si salveranno o almeno lotteranno per la salvezza. Un personaggio molto legato al centrodestra come il potentissimo responsabile della fiction Rai Agostino Saccà potrebbe trovare la sua àncora di salvezza in una vecchia amicizia con il dalemiano editore del Riformista, Claudio Velardi. Lui e Saccà hanno in comune la Calabria, per Saccà è una questione di nascita per Velardi di partito. Tanti anni fa quando Velardi era segretario regionale dei Pds a Reggio nacque una grande amicizia tra i due. Per alcuni pericolosa. Per Travaglio, ad esempio, che ha denunciato come un assurdo spreco la costosa committenza pagata dalla Rai per l'adattamento di una format spagnolo che Velardi dovrebbe sfornare per Raifiction da tempo. Ma sono tanti quelli che cercano di salvarsi. Anna La Rosa, un tempo paladina del berlusconismo, ora è in cerca di amici a sinistra. Pare che qualcosa abbia trovato tra i socialisti della Rosa nel Pugno e Rutelli. Si vedrà se la sua trasmissione Alice sparirà davvero nel paese delle meraviglie. Monica Maggioni che pochi giorni fa si è presa i complimenti del premier, ospite a sorpresa di Unomattina, se fosse stata un po' più paziente e più resistente alle lusinghe berlusconiane forse avrebbe avuto qualche chance di riciclarsi. Francesco Giorgino, il conduttore del Tg1, ci sta provando. Pare che un po' di tempo sia andato direttamente da Enzo Carra, deputato ex democristiano e oggi in forza alla Margherita, per chiedergli come rifarsi una verginità. Però oggi quelli come lui sono di nuovo acquattati, aspettano di sapere come va finire prima di impegnarsi troppo. Con chicchessia. Sil. San.

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