I Ds hanno già un piano: «Il Tg1 fa schifo»
Ma quell'attacco contro il Tg diretto da Clemente Mimun, fa esplodere la polemica con dure repliche della maggioranza. Tutto ha inizio quando Morri prende la parola all'incontro sul Welfare della Comunicazione, e attacca quei telegiornali che «nascondono la realtà e sono anche faziosi politicamente». Il riferimento esplicito è al Tg1 diretto da Clemente Mimun. Morri si sfoga e non usa mezzi termini. Parla di «Tg di m...» e dell'abitudine di «mandare in onda i pastoni incomprensibili». E poi: «La politica non chiede più solo dichiarazioni di politici ripresi e interpellati anche quando non hanno niente da dire». Morri stigmatizza l'oscuramento del Paese reale e dei suoi problemi: al suo posto verrebbe propagandata un'immagine dell'Italia «edulcorata e distorta». A replicargli è prima il Cdr del Tg1. «Linguaggio inaccettabile. Non ha rispetto del lavoro della redazione». A ruota seguono le reazioni della maggioranza. Lainati, capogruppo di Forza Italia in Commissione di Vigilanza Rai, lo definisce «un insulto volgare che non ha precedenti nel rapporto tra politica ed informazione» e ricorda che già in passato Morri aveva insultato Mimun «dandogli del marchettaro». Poi chiede l'intervento del presidente Petruccioli. «L'insulto tradisce nervosismo e cattivo gusto» attacca il responsabile informazione di Fi, Piero Testoni. «Il linguaggio usato nei loro confronti da Fabrizio Morri è inaccettabile e dimostra una mancanza assoluta di rispetto per tutti i lavoratori che operano in una testata gloriosa e di grande professionalità come il Tg1» afferma Carlo Rossella, direttore del Tg5 ed ex direttore del Tg1. Per Antonio Iervolino, capogruppo Udc in Commissione di Vigilanza Rai, «il linguaggio tribale che Morri usa verso tutti i Tg è sintomo inequivocabile della concezione faziosa e distorta che i Ds hanno dell'informazione politica». Il segretario della Democrazia cristiana Gianfranco Rotondi avverte Morri: «Prima di straparlare segua attentamente il Tg1 e si renderà conto che il centrosinistra è trattato al pari del centrodestra». Di fronte a questa valanga di polemiche e consapevole di aver fatto un palso falso Morri ha fatto dietro front. Sicchè nel pomeriggio è arrivato il cambio di rotta. «Mai in questi quattro anni è venuto dal sottoscritto alcun attacco alla redazione del Tg1 nè alle redazioni di qualsivoglia testata giornalistica. Con un'espressione forte, che non ripeterei - prosegue Morri - in un intervento a braccio, ho sottolineato che il panorama dei nostri telegiornali è tutt'altro che esaltante, sul piano della qualità, della imparzialità e della completezza informativa. Di ciò ho sempre fatto carico alla responsabilità di chi dirige. Si può ovviamente consentire o dissentire da tale giudizio - conclude Morri - ma non è accettabile alcuna strumentalizzazione nè che a sentirsi offesi siano coloro che non sono stati oggetto di nessuna critica».