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Ecco la «nuova» legittima difesa

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La Cdl ha resistito compatta alla prova del voto segreto, concesso dalla presidenza tanto sugli emendamenti quanto sull'intero testo, ed ha varato con 244 sì e 175 no una riforma che stava particolarmente a cuore alla Lega, che l'aveva sostenuta soprattutto come risposta al fenomeno delle rapine nelle ville del Nordest, ma anche in gioiellerie, tabaccherie e stazioni di servizio. In base alla nuova legge, chi, mentre si trova nella propria casa o nel luogo di lavoro, si sente aggredito o minacciato, o crede minacciati e aggrediti i beni che gli appartengono, può reagire come crede, utilizzando le armi «legittimamente detenute», anche uccidendo: la sua reazione sarà sempre considerata «proporzionata». La modifica al codice penale in materia di autotutela stabilisce, in particolare, che il rapporto di proporzione nella reazione esista sempre se qualcuno che si trova in casa propria o nel posto dove lavora «usa un'arma legittimamente detenuta o altro mezzo idoneo» per difendere non solo la «propria o altrui incolumità», ma anche i beni «propri o altrui». E questo quando «non vi è desistenza e vi è pericolo di aggressione». Di conseguenza, in queste circostanze, non ci sarà più «l'eccesso di difesa» per il quale fino ad ora si poteva venire condannati. Inoltre, la legittima difesa potrà essere esercitata anche in ogni altro luogo «ove venga esercitata un'attività commerciale, professionale o imprenditoriale». La maggioranza di centrodestra ha salutato con soddisfazione l'approvazione di questa riforma. «Un altro importante passo avanti per Abele che questa maggioranza ha regalato ai cittadini italiani» ha detto il ministro della Giustizia Roberto Castelli (Lega), secondo cui «da oggi i delinquenti devono avere qualche timore in più e le brave persone, vittime di aggressioni, qualche problema in meno, visto che è stato finalmente sancito il principio per cui un aggressore e un aggredito non sono più sullo stesso piano ed è stato riconosciuto il diritto dell'aggredito di difendersi». Ma anche Forza Italia plaude al provvedimento, con Isabella Bertolini che sottolinea che «grazie alla Cdl da oggi c'è una legge che tutela il cittadino anziché il criminale, e gli italiani saranno più sicuri, con il pieno diritto di difendersi in casa propria». E An, con Teodoro Buontempo, esulta per «la fine della cultura di sinistra del "bravo ragazzo" per la quale tanti delinquenti in questi anni potessero entrare e uscire dal carcere e seminare il terrore tra la gente che se ne stava tranquillamente in casa propria, senza che nessuno potesse difendersi dai loro attacchi». In chiaroscuro il commento di Rocco Buttiglione (Udc). «La legge - sostiene il ministro - vuole togliere ai criminali una sensazione di impunità. Sarebbe però grave se facesse crescere una mentalità nella quale non si pensa più che sia lo Stato a garantire la sicurezza di tutti». È dura, invece, la critica dell'Unione. Secondo Luciano Violante (Ds) la legge «espone i cittadini a violenze preventive da parte dei criminali e costituisce il segno del fallimento della politica della sicurezza del governo Berlusconi oltre a costituire una umiliazione per tutte le forze di polizia». Pierluigi Mantini (Dl) bolla la riforma come «incostituzionale, criminogena ed inutile contro la criminalità», mentre Giuseppe Fanfani rileva che essa «non fa altro che incrementare il rischio per i cittadini: non deve essere la gente a difendersi da sola perché soccombe, ma lo Stato deve farsi carico della sicurezza». E Giuliano Pisapia (Prc) parla di norma «da Far west» perché «pone sullo stesso piano il bene della vita e dell'incolumità personale con beni di carattere patrimoniale». Il che, secondo il Verde Cento, avrà «l'unico risultato certo di aumentare i rischi per l'incolumità delle persone a cominciare dalle stesse vittime dei reati». Divisi anche i sindacati di polizia: secondo il Sap (vicino al

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