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di PAOLO ZAPPITELLI SE non fosse per quel continuo rivolgersi a lui come «leader dell'Unione» in pochi ...

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Il Professore si nasconde, non va in tv, ieri ha fatto un'apparizione a «Vivaradio2» di Fiorello, ha deciso di giocarsi tutte le sue carte in un confronto «blindato» con il premier che si farà, probabilmente, a ridosso delle elezioni. L'ex sindaco di Roma invece «straripa» dai teleschermi, da venerdì scorso è presente quotidianamente in tv, ha deciso di non cedere più nemmeno un secondo di visibilità al Cavaliere. Alla faccia delle accuse che gli ha rovesciato addosso di occupare «militarmente» la televisione. Da quando ha sfidato il premier a «Matrix» il leader della Margherita ha iniziato una lunga peregrinazione in tutte le trasmissioni che gli sono state offerte: lunedì, ad esempio, è stato di prima mattina a «Tutte le mattine» su Canale 5 e la sera a La7 ospite di Giuliano Ferrara e poi da Biscardi; ieri sera invece Italia1 ha mandato in onda nel programma «Le Iene» una sua intervista insieme a Pier Ferdinando Casini. Un'«occupazione» del video che non ha nulla da invidiare rispetto a quella che il centrosinistra rimprovera a Berlusconi e che supera di gran lunga le apparizioni in tv di Piero Fassino — anche lui praticamente scomparso dal video dopo la magra figura rimediata nel faccia a faccia con Gianfranco Fini — e di Massimo D'Alema. Per non parlare di quelle degli altri leader dell'opposizione, Bertinotti compreso. Ma in tv Rutelli dimostra di essere l'unico in grado di strappare la scena al suo avversario: nel duello su Canale 5 moderato da Enrico Mentana è apparso, secondo molti osservatori, più tranquillo e convincente del suo avversario. E se Berlusconi si era presentato al «Processo» di Biscardi, Rutelli non ha voluto essere da meno e ha colto al volo l'offerta del conduttore del programma su La7 di partecipare anche lui alla trasmissione, pur in «co-presenza» con Alfredo Biondi. E gli ascolti raggiunti sono di assoluto rispetto anche se un pochino inferiori a quelli fatti segnare da Berlusconi: Rutelli ha fatto segnare il 4 per cento di share — che equivale a quasi un milione di spettatori — mentre il Presidente del Consiglio aveva raggiunto il 4,93 per cento. Ma il ruolo di primo piano che si sta ritagliando il leader della Margherita fa parte di una strategia che viene da lontano. Un cammino che ha portato Rutelli ad avere un «curriculum» che non ha uguali nel centrosinistra. Innanzitutto la sua capacità di dialogo con il Vaticano. L'ex ribelle radicale ha iniziato la sua trasformazione durante i suoi due mandati di sindaco di Roma, sposandosi in Chiesa con Barbara Palombelli e stringendo rapporti solidi con la diplomazia d'oltretevere, favorito anche dall'amicizia stretta con Giulio Andreotti. E mentre Prodi si è trovato via via sempre più in difficoltà, prima con il referendum sulla procreazione assistita, poi con i famigerati Pacs, Rutelli si è accreditato come «sponda» fedele del Vaticano, stimato anche dal cardinal Camillo Ruini. L'altro punto a suo vantaggio è il favore con cui è visto dal mondo economico che conta, da Luca di Montezemolo a Luigi Abete a Diego Della Valle. I cosiddetti poteri forti hanno deciso di scommettere su di lui, cinquantenne affidabile e «piacione», piuttosto che su Romano Prodi che, se va bene, potrà «durare» ancora pochi anni. Così come sul versante opposto i poteri economici hanno deciso di scommettere su Pier Ferdinando Casini, non a caso l'unico che insieme a Rutelli sta rubando la scena mediatica a Berlusconi. Riflesso di questo «potere» è la facilità con cui l'ex sindaco di Roma ottiene interviste sul Corriere della Sera e su La Repubblica e soprattutto quanto questi due quotidiani «supportano» la sua attività politica. Politicamente, infine, Rutelli è uscito quanto mai rafforzato dalla vicenda Unipol. A tutto scapito dei Ds che invece sono finiti nel tritacarne della vicenda Consorte-Bnl. A questo punto è chiaro che se il centrosinistra riuscirà a fare il partito Democratico, Rutelli e la Margherita potranno a ragione chie

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