Sanza: no al fallimento ma al Welfare sono realisti

Il presidente della commissione Trasporti della Camera, Angelo Sanza (Forza Italia), invita perciò tutti a un maggiore senso di responsabilità. «Sono convinto che alla fine anche i sindacati capiranno che il loro atteggiamento ostile nei confronti dell'azienda porta solo a una fine ingloriosa della compagnia di bandiera - sostiene Sanza - con danni molto gravi sia per l'occupazione, sia per l'immagine della nostra economia a livello internazionale». Quindi lei crede che il ministro del Welfare abbia ragione? Maroni ha descritto qual è la situazione in cui oggi si trova Alitalia. Viviamo in un'economia di mercato e, se un'azienda non riesce a sopravvivere, la strada che il codice civile indica è quella che porta i libri in tribunale. Quindi il destino di Alitalia è ormai segnato? Tutt'altro. Credo che il piano industriale predisposto dai vertici sia efficace. Lo testimonia il fatto che le banche hanno sottoscritto per intero l'aumento di capitale da un miliardo di euro, credendo nel salvataggio della compagnia. Allora non crede che sia necessario un cambio al vertice, sollevando dall'incarico il numero uno di Alitalia, Giancarlo Cimoli? Sarebbe una scelta disastrosa che complicherebbe ancora di più la situazione di un'azienda che negli anni ha visto cambiare guida già troppe volte Quindi condivide la strategia portata avanti finora dal management? La scelta di dividere l'azienda in due società, Az Fly e Az Service, permette di alleggerire i costi del personale e di gestire in modo più snello la compagnia. Purtroppo credo che proprio questa soluzione sia alla base dello scontro con i sindacati. Perché? Perché forse temono che i lavoratori trasferiti in Az Service rischino di perdere il posto. Comunque l'atteggiamento del sindacato è incomprensibile: il fallimento della società avrebbe effetti disastrosi sull'occupazione. Perché parla di perdita di credibilità per la nostra economia? Nel capitale di Alitalia sono entrati da poco alcuni fondi d'investimento stranieri, che hanno acquistato quote importanti. Di fronte all'attuale situazione potrebbero decidere di fuggire da quello che ritengono un investimento senza prospettive. E il titolo crollerebbe in Borsa, con ulteriori danni alle già magre finanze dell'azienda e ai risparmiatori. g.lom.