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Il no di Ciampi ferma assunzioni, aiuti e fondi

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A rischio il nuovo personale alla Farnesina, l'integrazione salariale, legittima difesa e antirerrorismo

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Carlo Azeglio Ciampi novello Amleto? Può darsi, certamente il presidente della Repubblica si trova tra le mani una patata che rischia di diventare davvero bollente. Deve decidere se chiudere anticipatamente una lunga e laboriosa legislatura, oppure dare una settimana supplementare di tempo ai parlamentari per completare quei provvedimenti che altrimenti rimarrebbero in sospeso. Ma che cosa rischia di saltare? La preoccupazione è soprattutto per quei provvedimenti, come il decreto legge del 10 gennaio in materia di organizzazione e funzionamento della pubblica amministrazione e quello detto «milleproroghe», varati dal Governo a cavallo della fine del 2005 e l'inizio del 2006, che sarebbero in pericolo da una chiusura anticipata del Parlamento. Che contengono un po' di tutto. Assunzioni, fondi, contributi, sanatorie. Si va dal personale delle amministrazioni dello Stato in posizione di comando o fuori ruolo, i «portaborse», che grazie al decreto del 10 gennaio dovrebbero essere stabilizzati. Una misura che invece sarebbe vanificata qualora Ciampi decidesse di sciogliere il Parlamento impedendo la regolarizzazione di migliaia di dipendenti, in molti casi giovani. Stesso discorso vale per il ministero degli Esteri che potrebbe disporre, attraverso il «milleprogoghe», di 3 milioni 203mila 535 euro per effettuare assunzioni di personale. Ma nei guai finirebbero anche i lavoratori salariati. Infatti tra le pieghe del decreto è previsto l'incremento di 20 milioni di euro dello stanziamento a favore delle proroghe a 24 mesi del trattamento straordinario di integrazione salariale. Soldi che invece rimarrebbero inutilizzati. Brusca frenata anche per l'ammodernamento della Capitaneria di Porto che non potrebbe più disporre dei 46 milioni di euro previsti dal decreto del 10 gennaio. Penalizzati anche gli automobilisti da uno scioglimento anticipato delle Camere, perché il «milleproroghe» garantiva 6 milioni di euro per il rinnovo del Centro elaborazione dati che sovrintende il settore delle immatricolazioni auto e delle patenti. A storcere il naso anche l'Authority per la concorrenza e il mercato che non potrebbe accedere a quel milione e 100 mila euro previsto dal decreto sull'organizzazione e il funzionamento della Pubblica Amministrazione e necessario per aumentare il proprio personale di altre quattordici unità. Ma i ministri giungono sono preoccupati per uno stop anticipato dell'attività parlamentare. Il ministro per l'attuazione del programma di Governo, Stefano Caldoro, vede all'orizzonte sparire il Comitato tecnico per la verifica consuntiva dell'attività dell'Esecutivo insieme a quello interministeriale per rendere visibili le politiche per il miglioramento dell'attività dello Stato. Non sorride neanche il ministro per gli Affari regionali, Enrico La Loggia, che perderà il contributo straordinario di 200mila euro previsto per il Comitato Atlantico Italiano di cui è presidente. In alto mare anche i 10 milioni di euro per l'Istituto per lo sviluppo e la formazione professionale dei lavoratori, Isfol, caro al ministro del Welfare, Roberto Maroni. Duro colpo, infine, anche per il Ministro, per i Beni Culturali, Rocco Bottiglione, che vede a rischio i lavori per la realizzazione del Centro per la documentazione e la valorizzazione delle arti contemporanee, opera da 83 milioni di euro. Restano fuori anche il provvedimento sulla legittima difesa, richiesto a furor di popolo, e il pacchetto sicurezza con i fondi antiterrorismo.

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