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Niente tv e niente repliche al Cav Il Professore si oscura: solo radio

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Eclissato. Oscurato. Se gli italiani stanno assistendo all'overdose mediatica di Berlusconi, stanno contemporaneamente provando l'astinenza da Romano Prodi. Non fa confronti tv, non entra in polemica, le sue apparizioni sono più flash che spot. E soprattutto sono rare, poche battute, parole con il contagocce. Niente piccolo schermo proprio nel momento in cui la politica torna prepotentemente nei palinsesti. Che fine ha fatto Prodi? Sembra quasi che l'Unione lo tenga celato, forse dopo le recenti gaffe come l'infelice battuta - per giunta reiterata - su Roma e i romani. L'ultima volta che ha partecipato a una puntata di Porta a Porta è accaduto subito dopo le elezioni primarie del 16 ottobre scorso: quasi due mesi e mezzo senza andare nel salotto di Bruno Vespa è un record per un capo politico. In questo lasso di tempo il Professore s'è visto (con la moglie Flavia) soltanto a Che tempo fa di Fabio Fazio: «Ci piacciono i programmi leggeri e intelligenti», spiegano nel suo entourage. Insomma, il leader del centrosinistra si nasconde. Poche puntate sui media tradizionali: niente scontri con avversari politici. «Meglio il confronto con gli elettori», rispondono i fedelissimi. Una strategia molto particolare, che presuppone una sorta di aristocratico distacco dal resto della campagna elettorale. Da un lato Rutelli e Fassino e finanche Bertinotti sono sul ring a sfiancare, stancare Berlusconi e Fini; dall'altro Prodi assiste comodamente seduto in poltrona da casa, riposato, tranquillo. Di tanto in tanto, piccole e misurate partecipazioni a programmi tv e comunque sempre senza uomini del centrodestra. E non sempre di grande effetto, al punto che proprio il creativo di Pro-forma, l'agenzia di comunicazione di Ds e Rifondazione, lo giudica «un prete stanco». Dallo staff del Cavaliere si fa filtrare anche la voce che Prodi in realtà non sia più in grado di reggere il confronto con il suo competitor. «Abbiamo scelto di non partecipare a risse televisive, faremo una campagna diversa. Faremo i confronti, ma più avanti: c'è tempo», spiega Silvio Sircana, portavoce del Professore. E la sua strategia di comunicazione sarà in due tempi, che Sircana riassume con una felice battuta: «Si semina in radio e si raccoglie in tv». Il modello prediletto dal leader del centrosinistra è il quello di Radio anch'io, il popolarissimo programma di Radio Uno: conduttore, invitato, domande degli ascoltatori; domande lente, risposte pacate, contatto diretto con gli elettori. Il modello vietato è Alice, il programma di Anna La Rosa, che ha già provato una volta a portare in studio Prodi al tempo delle primarie. Ora è un'altra storia. Si vota per il governo del Paese. E Prodi si farà vedere prossimamente a Dopo Tg di Clemente Mimun su RaiUno e a Omnibus su La7 e un'intervista a Radio 24 per parlare ai professionisti. «Preferiamo partecipare a trasmissioni in cui è possibile lanciare le proprie idee, far capire il proprio programma - sottolinea ancora il portavoce -. Il rischio della sovraesposizione televisiva, per un leader politico, è quella di essere percepito come uno showman, quasi un esponente dello star system. A noi non interessa. Ci candidiamo al governo del Paese, vogliamo far capire agli italiani che abbiamo intenzione di lavorare e non di passare il tempo in tv». Lentamente Prodi prenderà sempre più le distanze da Berlusconi, evitando di farsi dettare l'agenda dal Cavaliere e dalle sue accuse. Di più, il suo staff sta preparando un dossier con tutte le accuse che gli ha rivolto il premier con le relative repliche e le piazzerà sul sito internet. Ai prossimi assalti della Cdl non ci saranno più risposte: chi vorrà sapere il punto di vista del Professore, dovrà collegarsi a internet e accontentarsi di una dichiarazione di repertorio. L'effetto sarà di apparire sempre meno in conflitto o in concorrenza con il Cav e sempre più come un treno che va per la sua strada e sui suoi binari. Finita la prima fase, della semina, dei piccoli messaggi di comunicazione, Prodi entrerà di più

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