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Rutelli-Berlusconi, match di battute e veleni

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Il presidente: «Ma perchè sta con i comunisti. È anche un bello guaglione potrebbe fare il mio portavoce»

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Ma chi glielo fa fare. Potrebbe venire con noi. Tanto più che è uno bello guaglione e potrebbe fare il portavoce». È un Berlusconi tosto e pimpante quello che si presenta negli studi di Matrix per il faccia a faccia con Rutelli. È un appuntamento che i due si erano dati cinque anni fa quando Rutelli era il candidato leader dell'opposizione ma che poi era saltato. E, guardando Berlusconi, si capisce subito che non sta nella pelle dall'incontrare l'avversario. «E Rutelli dov'è? È in ritardo come al solito...» esordisce il premier rivolgendosi alla platea e approfittando subito dell'assenza di Rutelli. Mentana cerca subito di far scendere la temperatura (la sala è gremita di giovani che rumoreggiano e sembrano promettere una claque da stadio) e assicura che il pubblico «è stato diviso equamente»; da una parte i sostenitori del leader della Margherita e dall'altra quelli di Berlusconi. «Non come a Ballarò» scherza il Cavaliere che però viene subito stoppato da Rutelli che irrompe trafelato nello studio: «Lì gli applausi bisogna meritarseli». Sin dall'inizio è chiaro che lo scontro sarà a suon di battute e veleni. Berlusconi ostenta l'immagine di chi si sente padrone del campo. Ironizza sullo sgabello a fianco alla sua poltrona «più piccolo di quello di Rutelli e anche graffiato», fa sfoggio del suo fisico («sono dimagrito vero?») e sfodera un paio di complimenti al «gentil sesso in sala» chiamando in causa una certa Natasha, una ragazza del Motore Azzurro di Forza Italia, lì tra il pubblico, che è presa ad esempio del buon gusto azzurro. «Qui molte partecipanti sono anti-congiunturali. E poi la sinistra dice che l'Italia è al collasso». Poi fa un'incursione nella platea dei sostenitori di Rutelli, scherza, provoca, in un saliscendi frenetico, di chi si sente a casa propria. «Ma voi a sinistra una Natasha come la nostra non ce l'avete. Pure questo difetto avete». Il clima è caldo e Berlusconi spara subito a raffica. «Io troppo in tv? Ma se ero assente da Costanzo da cinque anni tant'è che avevo paura di trovarlo invecchiato». E poi rivolto a Mentana «bè anche tu ti sei un po' tinto le tempie». La registrazione sta per iniziare e Mentana cerca di stabilire le regole di quello che si preannuncia un match di colpi bassi. «Bè allora tra di voi vi date del lei o del tu? Definiamolo prima». E Berlusconi: «Sia chiara una cosa, nella vita non ci diamo mai niente». Tutto questo accadeva prima della registrazione in un dietro le quinte scoppiettante con Mentana che se la rideva per l'atmosfera frizzante. E quando le telecamere si accendono e si comincia a registrare il clima non è cambiato. «Lei mi porta bene, ogni volta che la incontro vinco io» provoca il Cavaliere e Rutelli replica: «Lei, negli ultimi quattro anni, ha fatto tanti comizi in tante città, dove sono stato anch'io, e non ha mai vinto. Anzi, ha perso tutte le elezioni». Il premier sciorina le riforme fatte dal governo e Rutelli di rimando smonta il suo teorema in un botta e risposta serrato. Berlusconi definisce la Margherita un «partito di reduci che verrà spazzato via dai Ds meglio organizzati in tutti i settori». Il premier ha una stoccata anche per Di Pietro. «È assolutamente falso che io abbia proposto nel '94 a Di Pietro di fare il ministro. Secondo me non dovrebbe fare neanche il magistrato perchè sono intimante convinto che non abbia neanche la laurea...». Mentana riesce a stento a frenare la verve dei due leader che fanno a gara per avere l'ultima parola. «Manda la pubblicità» gli suggerisce ridendo Berlusconi «perchè io ho ancora qualche interesse in questa tv». E se Rutelli parla del «naufragio» dell'economia il Cav gli risponde che «quando si parla di barche non deve rivolgersi a lui ma a qualcun altro». Non perde la battuta nemmeno quando il leader della Margherita lo accusa di aver fatto guadagnare alle sue aziende con leggi fatte su misura. «Mettendomi in politica ci ho rimesso» attacca il premier e confida: «Non prendo un

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