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Prodi insiste: «A Roma non abiterei mai»

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Scontro con Veltroni. Il sindaco: «Ha sbagliato». La replica: «Non ha sentito quello che ho detto»

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Così, dopo essersi lasciato andare a metà dicembre sbottando con un «A Roma manco morto» — allegro refrain che da Natale accompagna la campagna elettorale della Cdl nella Capitale — ieri si è ripetuto. Ospite a «Radio Deejay», a una domanda del conduttore Linus che gli chiedeva del suo rapporto con la Capitale, ha risposto candidamente che «Roma è bella, mi piace checchè ne dicano... ma non ci abiterei. Ad abitarci davvero no; e per che fare? Per consumarsi a parlare di politica? A Roma sono tutti ossessionati dalla politica». Poi ha rincarato. «A Bologna ci sto bene, a Roma invece non ci vivrei, anche se i romani sono simpatici». Una risposta infelice, che ha fatto sobbalzare tutto il centrosinistra. Primo fra tutti il sindaco di Roma Walter Veltroni che già dopo il primo «infortunio» del Professore era stato severissimo nel suo giudizio. Avendo intuito che la battuta di Prodi sarebbe diventata un prezioso assist per la campagna elettorale del centrodestra. Stavolta la bocciatura del leader dell'Unione è ancora più netta: «Mi dispiace, ma Prodi ha sbagliato — è il commento secco di Veltroni — Sono parole ancora più incomprensibili nel giorno in cui i dati ufficiali dicono che Roma cresce il triplo di quanto cresce il Paese, proprio quando emergono risultati dell occupazione e del turismo che sono tra i tanti segni evidenti di una profonda trasformazione della città e del successo di un modello ispirato alla crescita e all'inclusione sociale. Sono certo che Prodi saprà spiegare meglio il suo pensiero, al di là di battute e smentite, e confermerà tutto ciò che di positivo il governo di centrosinistra ha fatto per Roma negli anni in cui era Presidente del Consiglio». Severo con Prodi anche il suo «uomo» più fedele nella capitale, il presidente della Provincia Enrico Gasbarra. «Mi sembra evidente che Romano fa battute sbagliate, come sbagliate sono le strumentalizzazioni elettoralistiche. Prodi dovrebbe ricordarsi che spesso è la capitale che sopporta la politica, i suoi tiri, le sue dinamiche e i suoi privilegi». «Si prenda atto — ha aggiunto Gasbarra — dei successi occupazionali ed economici dell'area romana, e ci si astenga tutti da battute e strumentalizzazioni. Da presidente della Provincia chiedo ai candidati dei due poli, Berlusconi e Prodi di indicare i modi ed i tempi per conferire a Roma quei poteri legislativi che altre città europee hanno già da molto tempo». Indignate le reazioni del centrodestra, dal ministro Storace al suo collega Gianni Alemanno fino a tutti i vertici di Forza Italia. Per Paolo Bonaiuti «Prodi conferma di non capire niente né di Roma né dei romani. Se c è una città saggia, che nei suoi secoli di storia ne ha viste di tutte e di tutti e che perciò tiene una distanza olimpica dalla politica e dai politici, quella è proprio Roma. Per quanto poi riguarda il vivere qui, faremo di tutto perché Prodi non abbia il disagio di venire a Roma e se ne resti sempre a Bologna: ma non sa, Prodi, quel che si perde». Nel tardo pomeriggio, dopo essersi accorto del polverone che aveva sollevato, Prodi ha provato a giustificarsi. Ovviamente attaccando la Cdl ma anche Veltroni, accusandolo di parlare senza conoscere i fati. «Sono indignato — ha esordito — Il centrodestra non può scatenare un polverone allo scopo di creare malintesi e fraintendimenti. Sono convinto che il mio amico Walter Veltroni non ha sentito ciò che ho detto alla radio». «Ho scelto di non risiedere stabilmente a Roma — ha spiegato Prodi — perché la mia personale condizione fa sì che tutti con me parlino solo di politica. Conosco perfettamente il peso e il ruolo di Roma in Italia e nel mondo, e l'ho dimostrato con i fatti anche quando ero presidente del Consiglio. Le parole di questa mattina sono chiaramente di affetto e amicizia verso la città e i romani».

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