La propaganda riparte da tortelli e limoni
Non è una battuta di spirito ma la constatazione che i politici fanno propaganda su tutto. Pronti a «prendere per la gola» i loro elettori, a mettere da parte giacca e cravatta e riscoprirsi novelli «chef», cultori di piatti raffinati e prelibati. E tra una riforma costituzionale ed una del Trf spunta il «tortello di zucca» del territorio mantovano da tutelare, dietro la riforma del sistema radiotelevisivo c'è il limone della costiera amalfitana che chiede protezione e mentre ci si accapiglia su quando i nostri soldati dovranno tornare dall'Iraq c'è il tempo per chiedere la valorizzazione della «ventricina» del vastese. In questo scorso di fine legislatura il Parlamento si trasforma in una grande cucina, dove ogni parlamentare cerca di portare avanti le proprie richieste, sostenendo la causa di quei produttori che forse sono, o spera che diventino, suoi elettori. È il caso del salernitano Edmondo Cirielli, deputato di Alleanza nazionale, che si sta battendo per la tutela dei limoneti della costiera amalfitana. Un provvedimento in discussione alla Commissione Agricoltura della Camera, sostenuto da un folto numero di deputati di An, che vuole ripristinare, recuperare, e salvaguardare i limoneti di una delle costiere più belle della Campania. Si parte da lontano, dal Medioevo, poi la tutela dell'Unesco. Il tuto per ottenere per ogni albero un contributo annuale di 5 euro di cui 2 finanziati dal Comune. Somma che arriva a 40 euro se l'albero di limoni deve essere reimpiantato. Su tutto però s'impone che i limoneti non siano sconosciuti ma riconosciuti con il marchio Igp. Ma l'attento deputato leghista, Davide Caparini, non ci sta a vedere solo tutelati i limoni meridionali e così rilancia i limoni del Garda, descrivendo gli ameni luoghi in cui D'Annunzio stabilì la sua dimora. Preambolo per chiedere protezione per i limoneti, che però qui sembrano essere meno preziosi. Solo dieci euro ad albero per il recupero, la manutenzione e la salvaguardia. Mentre per il ripristino 80 euro, sempre divisi equamente tra Stato e Comuni. Ma la difesa del limone del Nord è debole perché il fronte a favore del limone amalfitano è compatto, sfidando addirittura le ideologie, e riunendo Pecoraio Scanio, deputato dei Verdi, ed Aldo Perrotta, deputato di Forza Italia. Solitario Basilio Catanoso, deputato siciliano di An, che si delizia con i sapori del limone di Acireale. Schermaglie gastronomiche che travalicano gli schieramenti politici ed uniscono tutti nella richiesta di contributi e tutele. Ma la Commissione ha in serbo la decisione salomonica: un testo unico adottato lo scorso 18 gennaio per tutelare tutti i limoneti d'Italia senza alcuna distinzione e stabilendo le tariffe uguali per tutti. Dieci euro per ogni albero di limoni da recuperare e salvaguardare e 100 euro per ripristinarli. E su tutto la decisione di stabilire un tetto di spesa massimo di 5 milioni di euro per i primi interventi e 2 milioni per i secondi, impedendo che da ogni parte d'Italia arrivino richieste di finanziamento e che il Bel Paese diventi un grande limoneto. Ma non ci sono solo limoni, c'è chi decide anche di tuffarsi nella cucina tradizionale. Come il deputato mantovano della Margherita, Ruggero Ruggeri, che in una proposta di legge sempre presentata alla Commissione Agricoltura della Camera invita alla valorizzazione del «tortello di zucca», specialità culinaria del territorio mantovano, «piatto rituale denso di evocazioni culturali e di elementi simbolici». E tra un simbolo ed un altro Ruggeri chiede un comitato per la tutela, itinerari gastronomici e culturali e un contributo massimo di 5mila euro. E per chi pensasse che esiste solo il tortello mantovano pronta arriva da Lodi la rettifica del deputato leghista Andrea Gibelli, che elogia quello «cremasco». Un tortello però più economico di quello mantovano visto che il comitato e gli itinerari turistici non prevedono fondi statali. Per chi non ama il «tortello» c'è poi la «ventricina vastese», insaccato crudo di carne di maiale da tutelare con un comitato