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Tornano le facce, ma Casini rischia l'effetto «King Kong»

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L'esito della campagna elettorale è assolutamente incerto. E allora tutti al lavoro. Creativi e opinionisti, spin doctor e guru adesso devono fare la loro parte. Per il momento l'esito più evidente di tanto impegno è che le nostre città si sono riempite di manifesti, slogan, facce e simboli. Alla caccia dell'ultimo voto e dell'ultimo indeciso. In un certo senso siamo ancora al riscaldamento e le agenzie di pubblicità e i ricercatori usano questa prima ondata di manifesti per capire quelli che funzionano e quanto appaiono credibili certi slogan. Forza Italia ha già dato un nuovo stile alla sua campagna. Lasciati ad ingiallire i tradizionali megaposter con Berlusconi che dalla sua scrivania rassicura gli italiani su quello che il governo ha fatto e sui poliziotti di quartiere che hanno reso le nostre città più sicure, negli ultimi giorni FI ha puntato sul nuovo. Forse questo è il primo vero segnale che il maggioritario non c'è più. La dimensione è rimasta la stessa, però il tradizionale 6x6 ora è pieno solo di un cielo azzurro e di un grande scritta «Italia, forza» con tanto di rassicurazione: «Niente paura hai letto bene». Pare che sia stato lo stesso Berlusconi a inventare il nuovo slogan che non è molto politico, ma sicuramente è umano e diretto. Però tra gli altri partiti il faccione piace sempre. E infatti in molti scelgono ancora la tradizione. L'Udc, per esempio, per lanciare la sua parola d'ordine «responsabilità» si affida al primo piano di Casini, che — ci tengono a precisare quelli del suo staff — è preso da una foto in un comizio e non è in posa perché «il presidente non ama fare la bella statuina di fronte ai fotografi». La foto rubata «non garantisce però di evitare l'effetto King Kong» come dice il pubblicitario Gavino Sanna, che bolla quello di Casini come il peggiore faccione in circolazione. Anche An ha scelto la faccia di Fini e un paesaggio che ricorda «Monna Lisa» per un campagna tutta fatta in casa per dire che il futuro dell'Italia è a destra. A sinistra per il momento solo i comunisti italiani hanno optato per il primo piano. Non si capisce però che abbia da sorridere Oliviero Diliberto mentre dice «Via dalla sporca guerra». I DS invece o hanno introiettato la fine del maggioritario oppure non se la sentivano di puntare sugli ossuti spigoli facciali di Fassino e allora hanno deciso di puntare tutto sul domani («Oggi devolution, domani Italia», «Oggi leggi su misura, domani riforme», «Oggi precarietà, domani lavoro»). «Domani è un altro giorno» si vedrà come diceva la Vanoni, l'importante è voltare pagine e dimenticare Consorte. Sil. Sa.

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