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Il premier: «Non si riferisce affatto a me»

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Fassino stizzito: «E invece sì». E parte subito la strumentalizzazione anti-Cavaliere

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«Non credo proprio. Non vedo come possa essere rivolto a me», risponde il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, parlando con i giornalisti a Saxa Rubra. «Io sono colui che ha partecipato di meno alle trasmissioni televisive rispetto ai leader della sinistra», ha aggiunto il premier parlando con i cronisti. «Per esempio - aggiunge - questa mattina dovevo andare da Maurizio Costanzo, ma non ho fatto in tempo e comunque erano 5 anni che non andavo da lui. Guardando a tutte le partecipazioni dei principali leader della sinistra nelle varie trasmissioni televisive - prosegue il premier - si vede chiaramente che il presidente del Consiglio ha lavorato, e quando si porta la croce non si ha tempo per cantare». Il monito di Ciampi a rispettare la par condicio è rivolto a Berlusconi per Piero Fassino, che non ha dubbi. «È evidente - osserva il segretario dei Ds - che se il presidente della Repubblica ha ritenuto di fare un richiamo forte alla necessità di una informazione imparziale e obiettiva che garantisca a tutti pari possibilità, era prima di tutto a colui che, in queste settimane, ha travolto ogni regola e ha invaso le televisioni pubbliche e private». Scherza invece Vannino Chiti dei Ds: «Ciampi non si riferiva a Berlusconi, ma a mio zio». Mentre Dario Rivolta di Forza Italia sottoliena che «Ciampi conferma la sua saggezza e il suo alto senso dello stato quando auspica con vigore che il dibattito politico si concentri sulle cose concrete e sui programmi proposti». Polemico invece Francesco Speroni della Lega: «Questi inviti di Ciampi, sinceramente, non mi sembrano corretti, perchè ognuno fa la propria propaganda come crede, rispettando le leggi. Ciampi non deve fare l'arbitro perchè la Costituzione non gli assegna questo compito. Ognuno se vuole usare i toni alti li usa, poi l'unico arbitro-decisore sono gli elettori». Attacca il premier Villetti della Rosa nel Pugno: «Berlusconi nega che Ciampi si riferisse a lui? Ci prende tutti per fessi?», afferma e aggiunge: «Berlusconi cerca di schivare il monito di Ciampi negando i fatti. Tra la sua straripante presenza nei mass media radiotelevisivi e la concentrazione di potere economico, mediatico e finanziario di cui dispone c'è un nesso lampante». E pure Franco Monaco della Margherita non è da meno: «Mai, nella storia della Repubblica, la conflittualità è stata tanto esasperata a tutti i livelli. Tocca dunque a noi una doppia responsabilità: quella di fare anche la parte degli altri nel dare serenità e unità a un Paese sfibrato da anni di contrasti e divisioni laceranti. Mi attendo - osserva ancora Monaco - le rituali parole di apprezzamento, da parte della Cdl, e al monito di Ciampi contro la discordia spinta all'estremo nel confronto politico e a favore invece della concertazione sociale e istituzionale. Naturalmente fingendo di ignorare che il premier si è sempre comportato nel senso esattamente contrario - puntualizza l'esponente Dl - e che, nell'avvio della campagna elettorale, tale suo istinto si è fatto iperbolico e ossessivo». Secondo Gianfranco Rotondi, segretario della Dc per le autonomie, le parole del presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, contro la «discordia dannosa», chiedendo che «la sinistra faccia un bagno di moderatismo». «Come sempre - premette Rotondi - le parole del presidente Ciampi sono sagge e opportune». «Meno opportuni - secondo Rotondi - sono, invece, i continui tentativi della sinistra e del professore di Bologna di considerare la Cdl e il suo leader Berlusconi dei nemici piuttosto che degli avversari. A Prodi e ad una certa sinistra - conclude Rotondi - consiglio un bagno di moderatismo».

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