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E la sinistra adesso reclama quote rosa pure nei finanziamenti

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Non solo pari opportunità nelle liste elettorali. Ma dieci, cento, mille quote rose. Su tutto. Soprattutto sui soldi. È quanto chiedono tre deputate del centrosinistra: Giovanna Grignaffini e Franca Chiaromonte dei Ds e Tutti De Simone di Rifondazione comunista. La proposta è stata presentata nel dicembre 2004 ed è rimasta nei cassetti della Camera per oltre un anno. Poi la commissione Cultura, presieduta dal forzista Ferdinando Adornato, l'ha messa all'ordine del giorno e per giunta in sede referente. Difficile che possa essere partorita nel rush finale di legislatura, ma il dato politico, quello sì, resta intatto ed evidente. Che cosa chiedono le tre esponenti dell'Unione? In sostanza di istituire un fondo di cinque milioni di euro che finanzi esclusivamente progetti presentanti da donne o iniziative culturali che valorizzino la presenza femminile. E spiegano, nella relazione: «Quella delle istituzioni, dei centri, delle associazioni e delle fondazioni culturali che svolgono la loro attività nell'ambito della cultura prodotta da donne, è una realtà in straordinaria crescita. Come è noto, queste istituzioni, centri, associazioni e fondazioni culturali stanno da tempo riportando alla luce una parte consistente, ancorché poco conosciuta, della produzione culturale del nostro Paese e non solo». Nella relazione che accompagna il testo si ricorda che la Costituzione stabilisce, tra i suoi principi fondamentali, il rispetto della diversità e quindi la massima partecipazione della pluralità dei soggetti. «Non si può più quindi non tenere conto - si legge ancora - del tema delle differenze di genere e di come tale opzione debba comportare politiche pubbliche attive di finanziamenti in grado di valorizzare il più possibile ambiti culturali, tra i quali quello specifico delle donne». E se il sistema dei finanziamenti è stato il metodo più efficace per sostenere proprio quelle politiche, i fondi e «il sostegno di iniziative, centri, associazioni e fondazioni che valorizzino il mondo culturale delle donne, non sono rientrati nei canali nei canali ordinari e hanno trovato piuttosto sporadiche espressioni in interventi una tantum originati da azioni dei singoli dicasteri». Grignaffini, Chiaromonte e De Simone, dunque, rilevano come «la mancanza di un ufficiale riconoscimento delle politiche culturali femminili (riconoscimento auspicato peraltro a livello comunitario) e la conseguente posizione residuale che è stata loro riservata hanno escluso i centri, le associazioni, le istizuini e le fondazioni che si occupano di cultura e storia delle donne, delle grandi reti di finanziamento e quindi anche dai maggiori circuiti di diffusione e di valorizzazione culturale». Per questo le tre deputate del centrosinistra evidenziano come «è diventato urgente e indifferibile predisporre un insieme di strumenti in grado di valorizzare le esperienze singole e di reti di di centri, associazioni e fondazioni e istituire quindi, nel contesto dei finanziamenti per le attività culturali, un apposito fondo finalizzato al durevole finanziamento di associazioni etc un apposito fondo finalizzato al durevole finanziamento di associazioni o iniziative dedicate alla storia e alla produzione culturale delle donne». Il fondo, nel progetto di legge, è previsto di cinque milioni di euro. Sono cinque le attività che potrebbero essere finanziate: la diffusione a sostegno delle produzioni culturali femminili, la promozione e lo sviluppo della creatività culturale femminile, la ricerca e la documentazione sulle produzioni culturali femminili, la divulgazione della cultura prodotta dalle donne e l'informazione sulla storia e sulla cultura delle donne. F. D. O.

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