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Ciampi: «Ora datevi una calmata»

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Carlo Azeglio Ciampi lo ricorda ancora una volta facendo notare che «a livello nazionale la discordia, spinta all'estremo, è dannosa per tutti: è sui fatti, sulle cose da fare che bisogna confrontarsi». Lo scenario è il Teatro Fraschini di Pavia, tappa numero 102, la penultima, del giro d'Italia del capo dello Stato. In platea, siedono i sindaci del Pavese con la fascia tricolore a tracolla. Sul palco, il presidente della Lombardia Formigoni, il sindaco della città, il presidente della provincia. Ciampi si rivolge agli amministratori locali. Elogia la loro capacità di lavorare insieme per affrontare i problemi locali. È un bene, afferma, che «le diversità di orientamento politico non ostacolino affatto la collaborazione tra tutti gli organi di governo locale: qui vedo operare quella concertazione che, in una realtà complessa, è la premessa del successo in ogni iniziativa». Poi allarga l'orizzonte e tocca il problema dello scontro frontale che sta avvelenando il confronto politico nazionale alla vigila della convocazione dei comizi elettorali: uno scontro che impedisce di parlare delle cose concrete, che oscura le nuove minacce di attentati in Italia o decisioni rilevanti come, ad esempio, l'annuncio del prossimo ritiro di mille soldati italiani dall'Iraq. Un clima che oscura la drammatica urgenza dell'economia che, ricorda Ciampi, richiede scelte chiare in tempi rapidi, se non vogliamo compromettere i capisaldi del nostro benessere. Ma Ciampi non si sofferma a fare esempi, non lo ritiene necessario, ognuno può capire da sè che «la discordia, spinta all'estremo, è dannosa per tutti». Si limita a dire che il metodo della concertazione «è la premessa del successo di ogni iniziativa». L'uomo che ha predicato instancabilmente il dialogo per tutto il Settennato, non si rassegna. Lo dice da una settimana con cadenza quasi quotidiana. Non desiste, e conferma la sua determinazione: «Quel che dovevo dire l'ho detto e lo confermo: è necessario dibattere i problemi, i fatti, i progetti, i programmi, affinché gli italiani sappiano lungo quali percorsi abbiamo camminato finora e su quali percorsi continueremo a camminare». Insomma, bisogna mettere gli elettori in condizione di conoscere per decidere consapevolmente, perchè è questa l'essenza della democrazia parlamentare. Sul piano economico inoltre per Ciampi «occorre rimanere al passo con i tempi, tanto più in un mondo che cambia sempre più in fretta, nel quale si aprono nuove prospettive ma si presentano anche nuovi problemi». È chiara, per il presidente, la lezione che si deve trarre: «Se i cambiamenti, se non si affrontano con prontezza e determinazione, possono soffrire anche economie prospere come quella pavese, articolata su un sistema industriale complesso e su un agricoltura ricca e variata. Per trarre vantaggio dai cambiamenti occorre innestare nuove iniziative su quelle costruite nel tempo, che possono trovarsi in difficoltà per il mutare delle condizioni di mercato e per l'emergere di nuovi concorrenti tra regioni magari geograficamente lontane, ma rese vicine dalle moderne reti di comunicazioni».

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