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Bnl, per Della Valle 277 milioni esentasse

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Mentre Unipol sta sulla graticola, la plusvalenza di Mr. Tod's vola in Lussemburgo e sfugge al Fisco

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E anche per questo sul mercato resta alta la febbre della speculazione: che torni in campo Unipol o gli spagnoli del Bbva, o un ipotetico "cavaliere bianco", l'istituto di credito capitolino è probabile che torni ad infiammare il risiko bancario. Così i titoli della banca restano vicino ai 2,85 euro: un valore insperato per chi ha comprato appena qualche anno fa, anche a meno di un euro. Tutti contenti? Mica tanto. Al brindisi dei nuovi Paperoni c'è un "commensale" che rischia di restare a bocca asciutta: il Fisco. Nonostante la stretta del governo sulle plusvalenze finanziarie, infatti, le partecipazioni intestate a società estere incasseranno tutti gli utili senza pagare un soldo allo Stato. E non si tratterà di spiccioli, come sa bene il commercialista dell'imprenditore delle calzature, finanziere, co-proprietario del Corriere della Sera, presidente della Fiorentina, ecc. ecc. Diego Della Valle. Facciamo qualche conto? Il «re delle scarpe» marchigiano è entrato in Bnl a fine marzo del 2003, con una prima partecipazione del 2,82% acquistata al prezzo di un euro. Successivamente Mr. Tod's ha incrementato la sua quota fino al 4,87%, con un prezzo di carico di poco maggiore a un euro. Al valore di ieri, le sue 150 milioni di azioni valgono 427 milioni e mezzo di euro. Che, detratto l'investimento iniziale, danno una plusvalenza di circa 277 milioni e mezzo. Tutti soldi sui quali l'industriale marchigiano non pagherà una lira di tasse. Per acquistare il pacchetto della Bnl, Della Valle si è infatti servito di una sua società con sede fiscale in Lussemburgo, e dunque al riparo dall'Erario italiano: la Dorint. Una cassaforte piazzata oltrefrontiera che gli permette di eludere ogni obbligo con il Fisco italiano. Grazie a questo escamotage, Della Valle - che non ci risulta avere discendenze lussemburghesi - non solo non pagherà un euro sulle rendite finanziarie, ma presenterà un conto zero su un'operazione clamorosamente vantaggiosa. E quando i tempi saranno migliori anche per i titoli Rcs, lo stesso sarà anche con la partecipazione della società di Via Solferino, un rotondo 5% pure in questo caso messo al riparo sotto l'ombrello della Dorint. È chiaro che con una tale prospettiva di guadagno, per di più esentasse, Della Valle non veda lora di mettere sul serio «la legna in cascina», come lui stesso ha annunciato qualche mese addietro sfregandosi le mani per i guadagni piovuti su un titolo Bnl rimasto a vivacchiare a bassa quota fin quando immobiliaristi prima (Caltagirone, Ricucci, Coppola, ecc.) e Unipol poi non hanno iniziato a scalare la banca romana. Per questo Mr. Tod's sta tifando per il rilancio dei vecchi soci del Patto di sindacato del Bbva. Il gruppo iberico - che per ora sta alla finestra in attesa della ritirata ufficiale dell'Unipol - non si sbilancia. Ma una nuova offerta è nell'aria. E con il ritorno del Bilbao il valore della partecipazione di Mr. Tod's salirà ancora. Sempre esentasse, naturalmente.

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