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Andreotti assolve le coop E Romiti boccia il «Corriere»

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Il secondo convegno nazionale, organizzato dall'Osservatorio Permanente Giovani Editori di Andrea Ceccherini e dall'Acri, l'associazione che riunisce le fondazioni bancarie, che si è svolto ieri a Firenze, si è sviluppato attorno ai due «grandi vecchi» della politica e dell'economia italiana. Intervistati da Lucia Annunziata, Romiti e Andreotti hanno spaziato sulle vicende che stanno caratterizzando il dibattito politico di questi giorni. Prima di loro, invece, l'attenzione del convegno si era incentrata sul tema portante della giornata: «Giovani lettori, nuovi cittadini». Tutti hanno concordato su un punto: occorre contribuire a sviluppare lo spirito critico dei giovani d'oggi. E uno strumento importante per rendere possibile questo è proprio la lettura. Lettura che però, come ha sottolineato il vice direttore del Corriere della Sera Paolo Ermini, deve essere una libera scelta. Poi, la scena è stata presa da Andreotti e Romiti. Tutti è due sono stati punzecchiati dall'Annunziata sull'attualità. Più «politico», l'intervento del senatore a vita che non ha rinunciato ad una difesa dell'ex governatore di Bankitalia Antonio Fazio. «Ho una grandissima stima di Draghi - ha detto -, ma avrei preferito che diventasse governatore quando Antonio Fazio avesse lasciato, o per morte o per rinuncia, senza tutte le squallide campagne che hanno fatto contro di lui». Sulla vicenda Unipol - Bnl, invece, Andreotti si è detto sorpreso del modo in cui l'informazione sta gestendo il tutto. «Mi pare - ha continuato - che siano più i colpi bassi che i ragionamenti. In parte mi hanno sorpreso, perché non pensavo che poi ci fossero dietro anche mediazioni di questo tipo. Per il resto, che Unipol potesse partecipare alla cordata per Bnl non c'era niente di strano». L'ultima stoccata, il senatore a vita, l'ha riservata al dibattito politico di questi giorni. Secondo Andreotti il discorso è stato portato «invece che su temi politici, su argomenti di cronaca giudiziaria, come le intercettazioni, con la messa in evidenza di una realtà sconvolgente». A Romiti è, invece, toccato il compito di dare una lettura della vicenda nelle vesti di presidente onorario di Rcs Mediagroup, cioè da «parte offesa» (visto che come ha detto lo stesso direttore del Corsera Paolo Mieli le vicende Antonveneta, Bnl e Rcs sono profondamente legate). Nonostante la veste ufficiale, Romiti ha avuto parole di fuoco per il quotidiano di via Solferino. «Un giornale - ha detto - è più libero se ha un solo proprietario e più azionisti ci sono più c'è il rischio del conflitto di interessi». Romiti ha anche parlato delle dichiarazioni rilasciate da industriali e banchieri sulla politica. «Non condivido le dichiarazioni di manager di banche e industrie che si schierano a destra o a sinistra: quando uno ha la responsabilità di condurre una azienda deve avere anche rispetto per il suo lavoro, il suo compito non è quello di fare politica». Quasi scontata, invece, una battuta a proposito della vicenda Unipol. Romiti ha commentato così: «In passato la sinistra per molti anni ha preso fondi dall'ex Unione Sovietica». Mentre sui soldi presi da Consorte non ha avuto dubbi: «Non ho mai preso, nè considerata credibile una consulenza da 50 milioni di euro».

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