Parte la campagna del Cavaliere contro la sinistra. Al via anche una nuova maratona tv
Su ognuno campeggia uno slogan scritto in blu scuro. Lo sfondo è quello tradizionale, bianco-azzurro. Il formato varia: dai 6X3 a quelli più piccoli. Rinnovati nella veste grafica e nei colori, secondo quanto si apprende da fonti della maggioranza, arriva la nuova serie di cinque manifesti di Forza Italia per la campagna elettorale che sta entrando nel vivo. Si tratta di prototipi allo studio, suscettibili di modifiche, che rientrano nell'ambito della cosiddetta operazione verità, precisano le stesse fonti. La strategia comunicativa, che sarà d'attacco e concentrata sul partito come il proporzionale richiede, sarebbe stata messa a punto dal premier per il rush finale di aprile. Salvo cambiamenti dell'ultima ora, questi sarebbero i poster elettorali in cantiere: «Più tasse sui tuoi risparmi? No, grazie»; «Più tasse sulla tua casa? No, grazie»; «Fermiamo le grandi opere? No, grazie»; «Immigrati clandestini a volontà? No, grazie»; «I no global al governo? No, grazie». I cartelli dovrebbero essere affissi sui muri di Roma e delle principali città la prossima settimana, forse dal 23 gennaio. Forte degli ultimi sondaggi e del sostegno della Lega rinnovato l'altro ieri da Bossi, il Cavaliere va ripetendo in queste ore che la Cdl deve credere nella vittoria, perchè gli italiani alla fine non consegneranno il Paese nelle mani di questa sinistra. La nostra gente, la gente che vuol bene al Paese, capirà da che parte stare, avrebbe detto il presidente del Consiglio, che tirerà la volata agli azzurri correndo come capolista in tutte le circosrizioni alla Camera. Berlusconi, riferiscono fonti di partito, non ha però ancora deciso se inserire il suo nome nel simbolo di Forza Italia. Quanto alla vicenda Unipol, il leader della Cdl non molla. Oggi ha mandato avanti i suoi per replicare alla sinistra. Ma il messaggio è chiaro: per il premier il caso è sempre aperto e attende dai leader dell'opposizione «risposte politiche concrete» ai suoi quesiti sugli incontri con il presidente di Generali e i 50 milioni di euro messi al sicuro da Giovanni Consorte e Ivano Sacchetti. Potrebbe essere questo il leit motiv della maratona tv che Berlusconi si appresta a fare. Con una novità rispetto alla campagna elettorale di cinque anni fa: il Cavaliere stavolta accetta il duello televisivo con Francesco Rutelli. La sfida andrà in onda venerdì: Silvio Berlusconi e il leader della Margherita si troveranno faccia a faccia nel salotto di Matrix, la trasmissione condotta dall'ex direttore del Tg5 Enrico Mentana. In questi cinque anni molte cose sono cambiate sotto il cielo della politica italiana. Nel 2001 Rutelli era il candidato premier del centrosinistra e Berlusconi il suo diretto avversario. Per tutta la campagna elettorale, il Cavaliere si rifiutò di trovarsi faccia a faccia con il giovane sfidante: «È solo la controfigura del vero capo del centrosinistra, Massimo D'Alema». Rutelli cercò in ogni modo di costringere l'avversario ad accettare il duello televisivo. Niente da fare: «Non mi abbasso», fu la replica del Cavaliere alla sua insistenza. A Rutelli non restò da far altro che girare con una cartellina contenente le cinque domande che avrebbe voluto rivolgere a Berlusconi: ma non potè mai togliersi lo sfizio di fargliele «vis a vis». Questa volta Rutelli non è più lo sfidante diretto, ma solo uno dei leader della lista dell'Ulivo e della variegata coalizione di centrosinistra. E Berlusconi ha cambiato strategia: allora, nel 2001, si sentiva in vantaggio, e poteva permettersi di snobbare gli avversari. Questa volta, almeno a sentire i sondaggisti, è il centrodestra che insegue. E, sull'onda del caso Unipol, il presidente del Consiglio ha deciso di scendere in campo, anzi negli studi televisivi, sfidando tutto il gotha dell'Unione. Già ha incontrato Fausto Bertinotti a Porta a Porta, mercoledì 11 gennaio (il giorno prima di andare in procura per raccontare ai magistrati le sue verità sul caso Unipol). Dopo Rutelli, si troverà ad incrociare le armi con qualche diessino: ma finora il