Maroni: «Mobilità lunga? Confindustria voleva ben altro»
È una polemica tutt'altro che velata quella che parte dal ministro del Welfare, Roberto Maroni, tornato ieri a bocciare la richiesta della Fiat di poter applicare ai suoi dipendenti la mobilità lunga, in deroga alla legge sulle pensioni. Una polemica che fa perno sul doppio ruolo (o se si preferisce sul conflitto d'interessi) di Luca Cordero di Montezemolo, da un lato presidente del Lingotto e dall'altro numero uno a viale dell'Astronomia (sede di Confindustria). «Capisco che la richiesta (di derogare alla legge, ndr) venga dai sindacati, che si sono sempre opposti alla riforma delle pensioni - ha spiegato Maroni - ma è assai singolare che una tale deroga venga chiesta adesso da chi ha criticato il Governo per una riforma che definiva troppo debole. Confindustria ha sempre sostenuto che era necessario cancellare le pensioni di anzianità e criticato che la partenza della legge fosse solo nel 2008. È strano - ha concluso il ministro - che ora Fiat chieda di rinviarla la riforma, che è poi il concetto di mobilità lunga». Su questa base, si annuncia davvero difficile il confronto tra governo, azienda e sindacati in calendario per oggi. Anche perchè gli industriali non ci stanno a farsi passare come vassalli dei soli interessi del Lingotto. «Quella relativa al rinvio al 2008 non fu certo l'unica critica avanzata dal sistema delle imprese» ha sottolineato ieri un portavoce di Confindustria commentando le dichiarazioni di Maroni a proposito della riforma delle pensioni e in relazione al caso degli esuberi Fiat. «Fra le giuste e legittime aspettative di Confindustria c'era fra l'altro quella di una riduzione dei contributi a carico delle aziende per favorire la competitività. Come ben sanno tutti gli imprenditori italiani - piccoli, piccolissimi, medi e grandi - di riduzione dei contributi nella riforma Maroni non c'è traccia» ha concluso l'associazione di Viale dell'Astronomia. L'appuntamento per capire come andrà a finire la partita è rinviato alle riunioni di oggi. Maroni incontrerà infatti alle 11 al ministero i rappresentanti dell'azienda torinese e nel pomeriggio, alle 17 i sindacati. In rappresentanza di Fiom, Fim e Uilm i responsabili del settore auto, Lello Raffo, Bruno Vitali ed Eros Panicali. Per la Fismic sarà invece presente il segretario generale Roberto Di Maulo. intanto ieri il Lingotto ha preso il largo in Borsa, guadagnando il 2,6%, tra scambo intensi (è passato di mano più del 3% del capitale). E persino un banchiere prudente come Matteo Arpe (ad di Capitalia) ha citato il buon andamento del gruppo torinese, riuscito a salvarsi grazie a un impegno straordinario del sistema bancario.