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Fassino: «È in un delirio ossessivo Non abbiamo interessi economici

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Rischia infatti di essere affidata ai legali la polemica sui cinquanta milioni di Consorte. Con i quali i Ds «non hanno nulla a che fare». «Chiunque sostenga il contrario -mette in guardia la Quercia- ne risponderà di fronte alla legge». La replica del Botteghino prende di mira Silvio Berlusconi, definito vittima di «un delirio aggressivo» per le sue «reiterate insinuazioni calunniose» sulla vicenda Unipol. Insinuazioni per le quali Piero Fassino si dice «indignato». «Contro di me -sottolinea il segretario della Quercia- Berlusconi usa le tecniche della propaganda nazista. Quella di Goebbels: calunnia, calunnia, qualcosa resterà». Fassino respinge con forza l'accusa di un intreccio tra politica e affari: «È evidente l'assoluta irresponsabilità di un uomo disperato che, pur di non perdere le elezioni è disposto a travolgere ogni regola e norma di convivenza democratica». Quella contro i Ds, sottolinea il segretario della Quercia, è «un'aggressione avventata e sbagliata». Il leader dei Ds poi cerca di metere in evidenza il lato debole della strategia di Berlusconi. «Se pensano di ricompattare l'elettorato di centrodestra, ho l'impressione -avverte- che l'unico esito fin qui ottenuto è quello di compattare fortemente il nostro elettorato e rendere ancor più solidale la nostra gente con me e il mio partito». «Al presidente del Consiglio -continua il leader della Quercia- vorrei ricordare che io, al contrario di quanto è capitato a lui, non ho mai subito un processo». Quanto all'appello di An a chiedere a Consorte chi sono i beneficiari dei cinquanta milioni, Fassino accetta: «Certo, non c'è nessun problema. Penso che Consorte lo debba dire», concorda. Nella vicenda Unipol, Fassino ribadisce di essersi «interessato» come normalmente fanno molti politici sull'andamento di una trattativa economico-finanziaria. «Quella tra me e Consorte è stata una telefonata puramente informativa. Tanto è vero che non si troverà mai una telefonata ad altri attori di questa vicenda al fine di influenzare o fare pressioni su chicchessia». Fassino ha anche voluto chiarire il rapporto con Rifondazione e fugare le preoccupazioni di chi teme che Bertinotti possa creare problemi sui programmi. «Bertinotti e il Prc hanno qualche responsabilità in più nei confronti dell'alleanza rispetto al 1996. Sono molto più vincolati all'eventuale, futura, maggioranza di centrosinistra». Fasino sottolinea che la scelta di Bertinotti «non è semplicemente quella di dare un appoggio esterno ma di essere parte organica di una maggioranza. Quando si è parte integrante di una alleanza di governo, derivano dei vincoli anche di lealtà e di rispetto del principio di maggioranza».

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