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di GIANNI DI CAPUA UN AVVISO di garanzia in piena regola.

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Un avvertimento di Luca Cordero di Montezemolo inviato al neo governatore della Banca d'Italia. È quanto comparso sul Sole 24 Ore, il giornale di Confindustria. Con un editoriale in prima pagine (firmato da Luigi Zingales) si chiede a Draghi di rispettare sette regole, alcune delle quali anche pesanti. Insomma, è finita l'ora degli applausi, abbracci e baci per il principale inquilino di Palazzo Koch. Si comincia con le critiche. Draghi infatti proviene dalla banca d'affari Goldman Sachs per la quale ha curato fino a pochi giorni fa business che potrebbero tornare sul suo tavolo: solo che stavolta si trova dall'altra parte della barricata. Dunque, la prima richiesta che gli viene fatta è proprio quella di rispettare una sorta di codice etico con sette punti precise. Primo punto richiesto da Confindustria: «Mi impegno ad astenermi da ogni decisione nel takeover di Bnl e in qualunque altra acquisizione bancaria in cui io abbia partecipato direttamente o indirettamente a organizzare l'offerta». E si spiega: «Draghi, tramite Goldman, aveva organizzato l'offerta per Bnl di Bbva, la rivale di Unipol. Correttamente, Draghi ha preferito che la decisione se autorizzare o meno l'opa di Unipol fosse presa prima del suo arrivo. Ma se Bbva dovesse riprendere il suo tentativo, Draghi si troverebbe a dover decidere su una proposta che lui stesso a contribuito a elaborare». Secondo punto: «Mi impegno a rinunciare al mio bonus di Goldman per l'anno 2005». E perché? «La pratica nelle banche di investimento - si sottolinea - è di pagare ingenti bonus a fine gennaio. Data la natura discrezionale di questi bonus, il suo annuncio della nomina a Governatore della Banca d'Italia potrebbe essere percepito come una captatio benevolentiae, assolutamente impropria». Il terzo e quarto punto sono simili: «Mi impegno a liquidare ogni mia partecipazione finanziaria (obbligazioni, azioni, opzioni) in Goldman Sachs o in qualunque altra impresa finanziaria». «Mi impegno a trasferire tutte le attività finanziarie mie e di mia moglie in un blind trust, che le gestirà a mia insaputa». Il motivo è che «come Governatore Draghi parteciperà ai Consigli della Bce e contribuirà a formare la politica monetaria europea. Egli sarà quindi sempre in possesso di informazioni privilegiate. Ogni sua attività di trading potrebbe essere vista come una forma di insider trading». Al quinto punto si chiede al Governatore di rendere pubblico il suo stipendio e di non accettare «nessun'altra forma di compenso fintantoché sarò Governatore». Secondo quanto si è appreso, infatti, Draghi si è autoridotto lo stipendio, chiedendo - per ricoprire il nuovo incarico - di allineare il «salario» a quello degli altri responsabili della banche centrali europei. Mentre al sesto l'impegno è «a rifiutare qualsiasi regalo per un valore superiore ai 50 euro che mi venga fatto da qualsiasi istituzione finanziaria italiana o estera o persona legata ad esse». Il settimo e ultimo punto è forse quello più pensante: «Mi impegno a non assumere alcuna posizione retribuita in una istituzione finanziaria o estera per un periodo di due anni dopo la fine del mio mandato. Zingales ci tiene a spiegare: «Il rischio insito in un mandato a termine è che il Governatore cerchi di ingraziarsi un potenziale futuro datore di lavoro favorendolo». E si citano due casi: quello di Stanley Fischer, che dal Fondo Monetario Internazionale passò poi a Citibank; e quello dell'ex cancelliere tedesco Schroder che ha accettato una consulenza dal colosso energetico russo Gazprom «oscurando l'intera politica estera del suo cancellierato». Insomma, Confindustria mette le mani avanti. Lancia un avvertimento. Prima di cominciare (se ce ne sarà bisogno) di sparare colpi.

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