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«Con Bernheim abbiamo parlato dei problemi del Paese»

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Abbiamo parlato di tutt'altro, dei problemi del paese, della governabilità». Così il sindaco di Roma, Walter Veltroni, in viaggio in pullman con gli studenti romani diretti a Locri, ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano un commento sulle affermazioni del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, a proposito di un incontro tra lui e il presidente delle Generali, Antoine Bernheim. Secondo il premier, al centro di quell'incontro, si sarebbe discusso della scalata di Unipol alla Bnl. «È stata una cena con Bernheim, che non avevo mai visto prima, voluta da lui per conoscermi. Non ho parole, è difficile pensare che in un Paese straordinario e in un grande Paese democratico il primo ministro vada a raccontare chi vedono gli esponenti dell'opposizione. Sarebbe meglio che guardasse con chi va a cena lui». «È assurdo — ha continuato il sindaco — dover discutere di quello di cui si parla tra due persone che si vedono a cena. Mi fa pensare al grado di imbarbarimento della vita politica del paese che va fermato. Condivido quindi pienamente il richiamo arrivato da più parti a partire da Ciampi e Casini». «Cinque mesi di campagna elettorale così — ha osservato — e il Paese non resta in piedi. Bisogna tornare a quella responsabilità istituzionale che è stata violata. È una vicenda amaramente grottesca. Non è una bella pagina per le istituzioni del nostro Paese». A chi gli chiedeva come si potessero evitare 5 mesi di campagna elettorale con toni così aspri, Veltroni ha risposto: «È la misura di ciascuno, è la concezione dello Stato che ciascuno ha. Se si perdono le staffe a gennaio posso immaginare cosa può succedere a maggio». «Bisogna recuperare mitezza e rispetto reciproco» ha aggiunto Veltroni parlando della campagna elettorale. «Quella dichiarazione alla trasmissione Berlusconi non l'avrebbe fatta — ha sottolineato alludendo alla puntata di «Porta a porta» con il premier — è stata un infortunio. Invece di provare soddisfazione, io ne traggo amarezza. Gli italiani sono più amareggiati e invece bisogna restituirgli speranza nel futuro».

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