Berlusconi: «Vado avanti con o senza di voi»
Replica a D'Alema: «Il caso Unipol non è chiuso». E sfida Udc e Lega: «Non mi hanno mai difeso»
Andrà avanti a lungo. Bisogna insistere perchè sulla vicenda Unipol e gli intrecci delle cooperative rosse venga a galla la verità. Io ho detto la verità, i Ds hanno mentito». È teso come una corda di violino, il sorriso tirato, la voce ostentatamente fredda. Il viso una maschera, nessun muscolo si muove mentre scandisce una a una le parole. Così Berlusconi si è presentato ieri alla conferenza stampa convocata in fretta e furia a Palazzo Chigi senza nemmeno consultare i suoi più stretti collaboratori. Nemmeno il fido Bonaiuti sa nulla di quello che il premier intende dire. È visibilmente nervoso Berlusconi quando entra in sala anches e cerca di mascherarlo. Ma si capisce che non sta più nella pelle dal parlare. Tant'è che forse per timore che la foga gli prenda la mano, in modo del tutto inconsueto ha messo nero su bianco quello che ha da dire. Legge tutto d'un fiato un paio di fogli che ha davanti, gaurdado di tanto in tanto fisso davanti a se. Due i rospi che gli stanno sullo stomaco. Il primo quell'insinuazione velenosa sputata dal presidente dei Ds Massimo D'Alema che e ventilato l'ipotesi di un coinvolgimento dei servizi segreti nell'azione delle intercettazioni; poi un messaggio agli alleati che inaspettatamente gli hanno fatto capire che non hanno intenzione di seguirlo sul terreno minato delle procure. «Capisco tutti i tentativi politici, anche i più scomposti, di distrarre l'attenzione dell'opinione pubblica dalla vicenda Unipol. Quella che invece non posso accettare è che per raggiungere questo scopo si facciano pesanti insinuazioni contro aparati dello Stato che nulla hanno a che vedere con questa vicenda e che comunque si sono comportati con professionalità e correttezza». In questa precisazione non è escluso che abbia inciso l'incontro che in giornata il premier ha avuto con il ministro dell'Interno Pisanu probabilmente preoccupato che nel gioco al massacro con l'opposizione venga gettata un'ombra oscura sui servizi. Chi fa accuse di questo genere, dice Berlusconi all'indirizzo di D'Alema, «mette sotto i piedi il senso dello Stato per corpire comportamenti personali di parte piuttosto opachi». L'altro messaggio la manda agli alleati che si sono smarcati. «Sono dodici anni che contro di me si fa di tutto e mi sarebbe piaciuto che i miei aleati avessero levato una volta una voce per difendermi». A cui segue la precisazione: il caso andrà avanti a lungo. Come dire: con o senza di voi io andrò per la mia strada. In serata in una improvvisata passeggiata al centro di Roma Berlusconi ironizza: «Silvio contro tutti, eh...» E poi: «Tensioni nella Cdl? Non certo da parte mia». Il premier respinge al mittente le accuse di Della Valle e De Benedetti. «Se vogliono fare i portavoce politici entrino in politica o smettano di fare i burattinai dal di fuori». Poi ribadisce che «è tutto vero» sugli incontri tra dirigenti dei Ds e il presidente delle Generali Bernheim, che i Ds sono «intervenuti direttamente nel gioco Unipol-Generali per aumentare il loro potere finanziario». Il che, ribadisce Berlusconi, «non ha rilevanza penale ma c'è un giudizio sul comportamento etico della sinistra». Il che vuol dire che «i Ds non è vero che si sono limitati a fare il tifo ma hanno giocato anche loro la partita». E quando «mi hanno sfidato invitandomi a andare in Procura li ho accontentati». Quindi ammette che sì «Fiorani, come tutti gli altri, è venuto a informare il presidente del Consiglio e che ha avuto la stessa risposta: se avete azioni consegnatele a chi dà di più, questo è un libero mercato». Berlusconi chiama in causa, nome per nome i vertici del centrosinistra. «Dove è finito Prodi che in questi giorni non ha fatto sentire la sua voce? Perchè D'Alema, Ruteli, e Prodi non confermano come ha fatto Veltroni che ciascuno di loro, separatamente, ha incontrato Bernheim? Cosa hanno da nascondere?»