«MI sono già reso disponibile alla giustizia italiana e stiamo definendo l'agendo per un mio colloqui»: ...
«Per ora - ha precisato Ben Ammar - non commento niente perchè prima di parlare con i giornalisti devo parlare con la giustizia verso la quale mi sono già reso disponibile. Stiamo definendo l'agenda per un mio colloquio. Quello che posso dire - ha aggiunto - è che la mia carriera si è sempre basata sulla trasparenza e la verità e che non non ho difficoltà a dare informazioni, se posso essere utile». Ma chi è questo imprenditore che è balzato sulla scena della vicenda Unipol? E come mai Berlusconi lo ha chiamato in causa? Il suo nome non è ignoto alle cronache giudiziarie anche se spesso avvolto da una nube di mistero. Il produttore Tarak Ben Ammar, che ha rivelato al presidente del Consiglio i contatti tra vertici Ds e le Generali sull'opa Unipol-Bnl, è da molti anni socio di Silvio Berlusconi e, dal 1995 al 2003 ha fatto parte del consiglio di amministrazione di Mediaset. Il suo nome è anche entrato nel processo All Iberian quale destinatario delle cifre, per l'acquisto di diritti, che i magistrati ritenevano essere una tangente a favore del Psi di Bettino Craxi. Tarak Ben Ammar nasce a Tunisi nel 1949. La carriera di produttore dello sceicco arabo (soprannominato il Sam Goldwin della Tunisia) inizia dopo aver conseguito la laurea in Economia internazionale alla Georgetown di Washington. Già nell'83 produce insieme a Berlusconi, in Tunisia, una mini serie tv sulla caduta dell'impero romano («Anno domini»). Quello è solo l'inizio di un'amicizia che si cementerà negli anni e si intreccerà con una serie di operazioni finanziarie e imprenditoriali. Con il futuro leader di Forza Italia, nell'89, crea una nuova società con un capitale di 130 milioni di franchi. Nel 1994 il produttore ottiene anche una vittoria senza precedenti contro la «Universal» per il film «Pirati» di Roman Polanski ottenendo dalla giustizia americana 14 milioni di dollari di danni. L'anno successivo Ben Ammar, dopo l'ingresso azionario del principe saudita Al Waleed (durato sino al 2003), entra nel Consiglio d'amministrazione di Mediaset, dove è poi stato confermato sino alla sua uscita il 16 aprile 2003. Gli interessi di Ben Ammar non si fermano al cinema e alla tv ma spaziano anche in altri campi ugualmente ricchi di prospettive finanziarie: nel '96 (e fino al '98) è infatti il manager di Michael Jackson, producendone la tournee mondiale di 52 concerti. Del 2004 è invece il controverso film «La passione di Cristo» di Mel Gibson. Ancor più controverso, almeno secondo i magistrati, è il suo ruolo nella vicenda All Iberian: il produttore arabo, smentendo le tesi degli inquirenti, dichiarò che i fondi Mediaset (22 miliardi transitati attraverso la società off shore) erano destinati non a finanziare il Partito socialista ma a una operazione commerciale. In una intervista, Ben Ammar dichiarò poi che quei soldi erano destinati all'Olp. Ben Ammar è attualmente tra i proprietari dei Rome Studios, sulla via Pontina vicino Roma, e tra i produttori del film «Dalia Nera» tratto dal romanzo di James Ellroy.