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L'Unione scoppia sui Pacs

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«Sono amareggiato» aveva detto il Professore giovedì a Franco Grillini. E ieri sono arrivate le reazioni. Reazioni veementi da tutti gli organizzatori della manifestazione, ma un silenzio assordante dal resto della coalizione. Sì, perché c'è una cosa su cui tutti i partiti dell'Unione sembrano essere d'accordo (anche se tacciono) è che quella organizzata dall'Arcigay è una manifestazione che poteva tranquillamente essere evitata. Dopotutto la vicenda dei Pacs era già stata chiusa nel seminario programmatico dell'Unione a San Martino in Campo lo scorso dicembre. Un seminario in cui, dopo una serie interminabile di compromessi, tutti avevano concordato su un punto: eliminiamo dal programma la parola Pacs e sostituiamola con un più neutro «unioni civili». Che senso ha quindi riaprire oggi una vicenda così spinosa? Una vicenda che tra l'altro rischia di incrinare ulteriormente i già difficili rapporti tra l'Unione e le gerarchie vaticane. Anche per questo Prodi avrebbe espresso la propria «amarezza». Un'amarezza che, però, non è piaciuta al radicale Daniele Capezzone («Mi spiace per l'amarezza manifestata da Prodi, ma quella dei Pacs è una questione assolutamente irrinunciabile») e, soprattutto, all'Arcigay («L'amarezza di Romano Prodi ci dispiace e ci sorprende»). E se il leader dell'Udeur Clemente Mastella rincara la dose («Se Prodi è amareggiato, io non posso non dire che sono incavolato») è all'interno della Margherita che l'imbarazzo è più visibile. Chi può evita di affrontare l'argomento nascondendosi dietro l'ufficialità («Romano Prodi parla a nome di tutti noi»), ma è chiaro che la vicenda dei Pacs rischia di riaprire vecchie ferite. Spetta a Marina Magistrelli e Pierluigi Castagnetti tenere alta la bandiera del partito. «Dispiace che Arcigay, invece di apprezzare l'impegno sui diritti e le responsabilità delle coppie di fatto, chieda a Prodi ciò che l'Unione ha già concordato. Dispiace che si alimenti il sospetto su inesistenti discriminazioni verso le persone omosessuali» commenta la senatrice Dl. Mentre il capogruppo alla Camera Castagnetti, intervisato da Radio Radicale condanna «provocazioni» e «atteggiamenti spettacolari» che rischiano spostare l'attenzione da un tema serio che l'Unione ha tutta l'intenzione di affrontare. Parole che non fermano le adesioni alla manifestazione di oggi. Anzi, c'è anche chi si spinge oltre. Luca Nitiffi, capogruppo della Margherita in Campidoglio, in segno di solidarietà nella battaglia per i Pacs, ha deciso di iscriversi all'Arcigay. E se Bertinotti ricorda che i Pacs sono già contenuti nel programma della coalizione (versione che non farà certo contento Francesco Rutelli) il centrodestra ha facile gioco nel sottolineare l'imbarazzo dell'Unione (per Pier Ferdinando Casini «il programma di Prodi è aperto ad equivoci morali»). Comunque vada, oggi alle 16.30, cinque coppie (tre gay e due eterosessuali) sottoscriveranno a piazza Farnese il Pacs davanti al magistrato della corte suprema di Cassazione, Giovanni Palombarini. Tra loro anche l'europarlamentare Ds Pasqualina Napoletano e il suo compagno. Previsto anche un collegamento diretto con Milano dove Ottavia Piccolo racconterà la manifestazione delle donne in difesa della legge 194. Tra i politici che saranno in piazza a Roma anche Franco Giordano, capogruppo alla Camera di Rifondazione, il verde Alfonso Pecoraio Scanio, il segretario dello Sdi Enrico Boselli, quello dei radicali Daniele Capezzone, Benedetto Della Vedova, presidente nazionale Riformatori Liberali e il viceministro Francesco Nucara (Pri).

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