Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Tutti i sondaggi d'accordo: è rimonta

default_image

Secondo le rilevazioni la maggioranza di Governo, in un mese, avrebbe recuperato il 2% sull'UnionePer Ipr Marketing il distacco è ora del 6% mentre Abacus parla di 5% Berlusconi: «Siamo solo un punto sotto. E mancano ancora due mesi»

  • a
  • a
  • a

In attesa di sapere se sarà così i poli si consolano con la guerra dei sondaggi. Era stato Romano Prodi mercoledì sera a gettare acqua sul fuoco. Interrogato dai giornalisti su un eventuale emorragia di consensi legata alla difficile situazione del centrosinistra, il Professore aveva replicato: «Ma, ci sono anche dati bellissimi e quindi i sondaggi sono assolutamente discordanti tra di loro e ognuno li interpreta come vuole. Ce ne sono di lusinghieri, secondo cui noi siamo in crescita, quindi sarà bene che si depositino le polveri e poi fare delle analisi più serie. Oggi non possiamo proprio dire niente». Parole che non hanno fermato Silvio Berlusconi che, galvanizzato proprio dagli ultimi sondaggi in suo possesso, anche ieri è tornato a parlare dell'incredibile rimonta compiuta dal centrodestra. «Abbiamo fatto una rimonta considerevole - ha detto parlando alla presentazione della lista comune Dc-Nuovo Psi nella Cdl -. I sondaggi ci danno ora al 48,4% contro il 49,6% dei partiti d'opposizione». Dati forse un po' troppo ottimistici che però non cancellano il concetto di fondo. Nell'ultimo mese l'Unione ha registrato un calo a fronte di una crescita della Cdl. Secondo l'istituto Ipr Marketing che ha realizzato il sondaggio per il sito internet di Repubblica (1000 intervistati) il distacco tra i due Poli sarebbe oggi del 6%. Le intenzioni di voto per l'Unione, infatti, sarebbero a quota 52% (-0,8% rispetto al sondaggio precedente del 18 dicembre), mentre il centrodestra passerebbe dal 44,9 al 46%. Se si analizza il dato per partiti a perdere è soprattutto la lista dell'Ulivo (Ds-Dl) che si attesta a quota 32% (-2%) ma il dato sarebbe legato al fatto che in essa era conteggiata anche la lista dell'Italia dei valori (1,5%). Ma è tutto il centrosinistra a perdere quota, con le eccezioni di Rifondazione (7% contro il 6,5%) e dei Comunisti Italiani (3% rispetto al 2 precedente). Insomma, sarebbe confermata la previsione secondo cui, le vicende Unipol-Bnl avrebbero spinto gli elettori diessini verso la sinistra radicale. Sul fronte opposto si registra invece la crescita di Forza Italia (+1,9%) a fronte di una sostanziale stabilità di tutti gli altri alleati. Ma, a sostegno di una fonte che non può essere certo accusata di partigianeria (il sito di Repubblica), arriva anche l'Abacus che, in un sondaggio realizzato per Sky Tg24, riduce addirittura a 5 i punti di distacco tra i due poli. Sempre 1000 intervistati, ma qui il centrosinistra si ferma al 51% contro il 46% della Cdl. Mentre i sondaggisti più vicini al premier continuano ad insistere. Il margine tra le due coalizioni «è di poco più di un punto percentuale a favore dell'Unione» ha detto al quotidiano online Affari Italiani Alessandra Ghisleri, sondaggista di fiducia di Berlusconi e fondatrice di Euromedia Reserch. Insomma, qualcosa è cambiato se si pensa che appena un mese fa (il 18 dicembre) sempre Ipr, l'istituto che dopo Swg ha sempre dato il distacco maggiore tra i due Poli, prevedeva una distanza dell'8%. Già, proprio Swg, istituto da sempre indicato come vicino al centrosinistra, aveva iniziato la «guerra dei sondaggi» lo scorso 31 agosto quando sull'Espresso aveva parlato di un distacco del 10% (51% Unione 41,5% Cdl). Ora anche Swg dà notizia della rimonta e nella prima pagine del proprio sito pubblica la rilevazione di novembre che dà l'Unione al 52,2% e la Cdl in rimonta al 45,5%. Se lo dicono loro non c'è più nessun motivo per pensare che non sia vero. Come queste notizie condizioneranno la prossima campagna elettorale ancora non si sa. Il centrosinistra, troppo impegnato nel cercare di uscire dal buco in cui si è infilato con le sue stesse mani (a causa della vicenda Unipol-Bnl) preferisce rimandare qualsiasi considerazione al futuro. La Cdl, invece, può godersi la buona notizia e, perché no, sperare di salire ancora più in alto. Questo è almeno il pensiero del presidente del Consiglio che ieri lo ha ribadito pubblicamente: «I sondaggi

Dai blog