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Passa l'inappellabilità, Unione all'attacco

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Provvedimenti ad personam, salva-Previti, salva-Berlusconi... un lungo elenco di leggi in cui rientra, per l'Unione, anche quella approvata dal Senato. Il clima acceso, a palazzo Madama, non è stato stemperato neanche dalla provocazione poetica messa in campo dal senatore della Margherita Nando Dalla Chiesa, che ha declamato in aula le sue rime. La poesia è stata accolta con divertita ilarità da tutti i presenti, ma è stato solo un momento. Per le opposizioni si tratta infatti di un altro provvedimento ad personam, approvato - come ha ripetuto più volte il senatore dei Verdi, Gianpaolo Zancan - per favorire Cesare Previti. Tutti i rappresentanti dell'Unione hanno condiviso questa sentenza inappellabile di condanna per la legge promossa dal forzista Gaetano Pecorella. Nessuno, tuttavia, ha spiegato come tecnicamente la riforma favorirebbe l'ex ministro della Difesa. Per il diessino Gavino Angius la legge sull'inappellabilità delle sentenze di condanna è «un vero e proprio regalo per gli amici di Berlusconi, l'ennesima norma della vergogna». Dello stesso tono gli interventi degli altri rappresentanti delle opposizioni. Per un altro diessino, Massimo Brutti, si tratta di una «legge devastante che non contribuirà in alcun modo a snellire il lavoro degli uffici giudiziari, anzi lo complicherà senz'altro». Diametralmente opposto il giudizio della Casa delle libertà. Il sottosegretario alla Giustizia, Jole Santelli, ha respinto, ricorrendo al sarcasmo, le accuse dell'Unione e le ha bollate come «pregiudizi ad personam». Per Santelli «non sta neppure in piedi l'ipotesi che con questa riforma si sia violata la parità tra accusa e difesa. Per Antonino Caruso di An» ora non saranno più possibili persecuzioni giudiziarie a danni di cittadini chiamati a difendersi anche dopo essere stati prosciolti». Per il vice capogruppo di Forza Italia alla Camera, Isabella Bertolini, con l'inappellabilità delle sentenze di proscioglimento in primo grado il governo ha compiuto un altro passo avanti verso la modernizzazione del paese. I processi penali dovrebbero essere snelliti dalla nuova norma. Il sistema approvato definitivamente dall'Aula del Senato, inoltre, è già in vigore da decenni negli Stati Uniti d'America. Ma rimane tuttavia in «sofferenza» la condizione dei soggetti terzi danneggiati dal reato che vedono diminuire le possibilità di ottenere giustizia. Il mondo degli operatori di giustizia si è specularmente diviso, come ha fatto quello politico. Per Ciro Riviezzo, presidente dell'Associazione nazionale magistrati «dopo la Cirielli, con la legge "Pecorella", si completa il disastro della giustizia anche perchè non è vero che si accorciano i tempi dei processi». Per il primo presidente della Corte di Cassazione, Nicola Marvulli, questa legge distrugge la funzione della Suprema Corte. Per il Procuratore generale di Venezia, Ennio Fortuna, viene «violato il principio della parità delle parti». Questi argomenti non sono affatto condivisi dai rappresentanti degli avvocati penalisti. Con una nota le Camere penali hanno definito «sacrosanta» la legge sul divieto di appello per le sentenze di assoluzione, giudicandola «di grande civiltà e correttezza».

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