«OGGI che giorno è? Il 12 gennaio o il 12 luglio, o il 12 ottobre?».
L'avvertimento lanciato dal leader dell'Udeur all'indirizzo di Prodi «o noi o i radicali» che sottintende anche una velata minaccia di lasciare l'Unione e trasmigrare nella Cdl, non preoccupa affatto Capezzone. Insomma, se Mastella sbatte la porta a Prodi e torna con Berlusconi la colpa sarebbe dei Radicali. Una bella responsabilità a poche settimane dalle elezioni. «Questa cosa la dice ogni mese e quindi la notizia è interessante ma non nuova. Mi permetto di suggerire a Mastella che comunque è politico esperto, di non dire troppe volte "o Mastella o Pannella" perché qualcuno potrebbe rispondergli "Pannella" anche tra i suoi alleati di centrosinistra. Sono circa sei mesi che dice sempre la stessa cosa, non mi pare molto originale, non è una notizia freschissima. Forse sarebbe il caso di fare qualche passo in avanti». Allora li invitate a uscire? «Mastella trova linfa per sè e occasione d'intervento nel fatto stesso dell'esistenza della Rosa nel Pugno e sono quindi lieto che la nostra esistenza gli paia utile per fare un poco di polemica. Noi da una parte non subiremo ma nemmeno faremo diktat. Non vogliamo praticare atteggiamenti di questo genere ma nemmeno subirne. Riteniamo invece di volere e di poter condurre le nostre battaglie di sempre. Confesso di non sapere quali siano le battaglie concrete dell'Udeur e di Mastella. Tutti invece conoscono le nostre». L'Udeur contesta il vostro anticlericalismo e sostiene che attaccate la Chiesa. «Ma quali attacchi alla Chiesa? Noi ci batteremo perché il pacs sia legge. Questo non significa togliere nulla alle famiglie che già esistono. Significa invece portare alla luce della legalità e del riconoscimento pubblico quello che qualcuno vorrebbe tenere nell'ombra di una discriminazione odiosa contro coppie di fatto sia omosessuali che eterosessuali. Su questo, piaccia o no a Mastella, noi non arretriamo di un millimetro». Il che vuol dire che l'Unione non è ancora al governo che già ha dentro di sè i semi della divisione? «Le rispondo con una domanda. Ritiene forse Mastella di dover stabilire lui come dovranno votare Bonino e Boselli nel prossimo Parlamento? Nè d'altra parte Bonino e Boselli pretenderanno di stabilire come dovrà votare Mastella. Per questo lo invito a rilassarsi un po'». Ma la differenza tra voi e Mastella non è inconciliabile? «La posizione sui pacs non è di Zapatero ma di Aznar. Semmai c'è da chiedersi come mai la destra italiana respinga quello che l'allora premier popolare approvò. E poi c'è da chiedersi come mai Rutelli sembri avere una posizione più arretrata di quella del cardinale Pompedda, e c'è da chiedersi come mai l'Italia sia insieme a Grecia e Irlanda l'unico Paese europeo a non aver ancora ricononsicuto le coppie di fatto». Anche Mastella è indietro? «Vorrei che Mastella si accorgesse che siamo uno dei Paesi d'Europa che ancora discrimina le coppie di fatto eterosessuali o omosessuali. Non c'è dubbio che anche nell'Unione ci sia chi vuole spolpare i pacs, ci opporremo a questo ma mi pare altrettanto grave anzi di più che uno schieramento chiamato Cdl dica no a tutto questo. Tra l'altro a destra i leader sono tutti contro il divorzio eppure sono tutti divorziati, sono tutti per la famiglia ma hanno almeno due famiglie a testa». L.D.P.