Clemente: nell'Unione non mi riconosco più
Insomma, se Prodi non farà una rapida marcia indietro sui temi cari ai Radicali e a Boselli, sembra deciso a sbattere la porta. «L'accordo con loro è un errore politico. I nostri alleati scelgano: o i radicali o l'Udeur». «Non coinvolgano noi, uomini di centro, moderati, che con le battaglie dei radicali non abbiamo nulla a che spartire. Le distanze tra noi e i radicali restano abissali», fa sapere il leader dell'Udeur, che non usa mezze misure: «Qualora Marco Pannella dovesse presentarsi davvero, un bel giorno, alle riunioni dell'Unione, ebbene, noi ci alzeremmo e ce ne andremmo», annuncia Mastella. «Ma poi come fa Prodi? Li accoglie - chiede Mastella - nonostante tutto quest'atteggiamento di provocazione ripetuta e continuata che i radicali hanno avuto in queste settimane proprio nei suoi confronti?». «Conosco Pannella - prosegue il leader dell'Udeur - da molto più tempo di Prodi. C'è una inaffidabilità di fondo, ripeto, del personaggio. Il leader dei radicali ha una sua identità marcata, rispettabile per quanto si vuole. Ma è talmente invasato: si sente un guru. Una giorno lo sciopero della fame, un altro quello della sete. Neanche Gandhi faceva tante astinenze. No, sia chiaro: come cattolico - conclude - non ho nulla a che spartire con le loro battaglie». Insomma, dire che Pannella non gli piace è dire poco. Ma ora pensa solo al programma. La decisione (se restare nell'Unione o no) dipenderà da questo e verrà presa solamente al congresso del partito del 27 gennaio. «Se è un programma di dipendenza dai Radicali, noi siamo fuori -assicura- al contrario, sè è quello che abbiamo contribuito a stendere, nessun problema. Se c'è un'esasperazione radicaleggiante ed offensiva, deciderà il congresso cosa fare». Nel frattempo attende risposte dagli alleati. «Spero che ci diano risposte - prosegue - che ci sia almeno pari dignità di trattamento, ma fino al 27 gennaio non faremo nessuna ipotesi. Sarà un congresso serio, elaboreremo una linea, che potrà essere quella di confermare una scelta oppure prendere altre decisioni». Dal 27 al 29 gennaio al congresso straordinario non ci sarà nessuna delegazione invitata, come spiega Mastella: «Sarà una sorta di referendum interno per decidere cosa fare». Nel corso della conferenza stampa di ieri, organizzata dopo la riunione della segreteria, Mastella riassume il malumore del partito anche per il programma della coalizione che in molti punti «non rispecchia i principi a cui noi ci ispiriamo». «Ringrazio Prodi - spiega Mastella - per avermi anticipato il suo incontro con una delegazione dei Radicali, però le cose non cambiano». Oltre ai Radicali, il secondo nodo su cui l'Udeur prende le distanze dall'Unione, è il programma. Carente, secondo Mastella, su questioni importanti come «il Mezzogiorno e la famiglia». «Avevamo espresso la nostra contrarietà sui Pacs - spiega - ma vedo che l'influenza di Pannella si fa già sentire visto che se ne torna a parlare. Questo è inaccettabile per un partito come il nostro che si ispira ai principi cattolici». Pollice verso anche per la parte del programma che riguarda lo sviluppo, in particolare gli investimenti per il Mezzogiorno. «Se non si investe al Sud - osserva Mastella - non sarà possibile porre un freno al declino nazionale». E poi, riferendosi a questioni più economiche, sottolinea: «Siamo contro un totale stravolgimento della legge Biagi». In poche parole, Mastella è tranchant: «Il programma dell'Unione non ci soddisfa». Il malumore del partito è ulteriormente sottolineato da Mauro Fabris, coordinatore dell'Udeur che spiega: «Dobbiamo anche chiarire la questione delle liste. Vogliamo delle garanzie perchè non siamo disposti a far eleggere con i nostri voti parlamentari ad altre forze politiche».