Bnl: in campo Rossi, l'amico dei magistrati
Il legale che ha affondato Fiorani passa con gli spagnoli del Bbva. Senza negare i suoi legami in Procura
Il nuovo campione fa di nome Guido, e come il goleador degli azzurri Paolo Rossi è l'uomo che può fare la differenza in una partita che alla vigilia sembrava persa: la conquista della Banca nazionale del lavoro. Al professore milanese, 74 anni ben portati, si sono rivolti i banchieri del Banco Bilbao Vizcaya Argentaria (Bbva), il colosso basco del credito arrivato a un passo dall'essere cacciato dalla stanza dei bottoni della banca romana. La bocciatura dell'offerta d'acquisto presentata dall'Unipol di Giovanni Consorte ha però rimesso in corsa gli spagnoli, che adesso hanno la possibilità di tornare a piantare la loro bandierina sulla Bnl. Ma per riuscirvi serviranno robuste spalle legali e soprattutto i giusti rapporti con i palazzi di giustizia, diventati i veri arbitri delle vicende finanziarie nazionali. In una parola servirà Guido Rossi, diventato da qualche giorno nuovo consulente del Bbva. Con un curriculum da guinness dei primati, il giurista ha collezionato poltrone di ogni genere: presidente della Consob dal febbraio 1981 all'agosto 1982, senatore della Sinistra indipendente dal 1987 al 1992, ex-presidente della Ferfin, ex-presidente della Telecom e, quel che più conta a Bilbao, vincitore della battaglia tra l'olandese Abn Amro e la Popolare Italiana di Gianpiero Fiorani per il controllo dell'Antonveneta. Un'altra scalata dagli esiti iniziali (favorevoli alla cordata italiana) stravolti dalle "provvidenziali" indagini dei magistrati, attivati - guarda un po' - dalle istanze del professor Rossi. L'improvviso attivismo della Procura, che solo adesso sta facendo luce su gravi reati commessi anche diversi anni fa, non è sfuggito al presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga, che per primo ha alzato un velo sulle strette relazioni tra Rossi e il Palazzo di giustizia milanese. Relazioni rilanciate ieri dal settimanale News, che ha ricostruito i solidi rapporti di amicizia del giurista lombardo con il Pm Francesco Greco, uno dei magistrati che arrestando Fiorani hanno praticamente consegnato la banca Antonveneta ai pretendenti olandesi dell'Abn Amro. Rossi e Greco - scrive News - trascorrono da anni le vacanze nell'isola della Maddalena, in Sardegna, e il Pm sarebbe stato visto diverse volte nella villa del super avvocato appena assoldato dal Bbva, in località Abbatoggia. Una situazione che a quanto pare non crea nessun imbarazzo né a Greco, né tantomeno a Rossi. Quest'ultimo, d'altronde, a critiche e insinuazioni è ormai abituato. Non solo per i suoi rapporti con la magistratura (anche romana), per le misteriose relazioni con ambienti internazionali o per le numerose parcelle "di peso" incassate nelle più delicate operazioni finanziarie degli ultimi anni. Fu proprio Rossi, mentre tentava di opporsi alla scalata di Roberto Colaninno (in società con Chicco Gnutti) alla Telecom, che coniò il celebre marchio su Palazzo Chigi di epoca D'Alema: «l'unica merchant bank che non parla inglese». Posizioni, anche coraggiose, che in quella vicenda non gli hanno risparmiato l'onta di finire all'angolo, battuto da quella «razza padana» del tutto estranea ai salotti buoni della finanza nazionale. Il tempo però è stato generoso con il professore, che ha imparato la lezione e adesso si sta togliendo dalle scarpe tutti i sassolini. Ma se il nuovo governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi - che in passato è stato advisor della Bbva - si è guardato bene dall'esprimersi sull'Opa di Unipol in Bnl (con gli spagnoli come controparte), forse a questo punto anche per Rossi è giunto il momento di chiarire la natura delle sue relazioni con i magistrati impegnati nelle operazioni seguite dal suo studio. E, se necessario, scegliere almeno per una volta tra un'amicizia e una parcella.