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«Rideremo quando apriranno gli scatoloni»

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«Non ci sta niente dentro, se non carte vecchie e inutili e altre cose come i calendari di Anna, mia moglie. Li ho portati lì perché sto traslocando gli uffici della Magiste, la mia società, nella nuova sede di Piazza del Popolo, a Roma». «E poi - aggiunge Ricucci - perché parlano di nascondigli, di intercapedine? Ho fatto mettere quelle scatole in un box che mi appartiene. E ora ne manderò altre perché devo finire il trasloco». Ricucci poi rilancia: «Sono sereno, il sequestro dimostrerà la mia correttezza». Nel pomeriggio di ieri i legali che assistono la Magiste di Stefano Ricucci, Vittorio Ripa di Meana e Carlo Federico Grosso, si sono recati in visita dal pm milanese Francesco Greco. Nell'incontro, che viene definito «interlocutorio» da fonti della Magiste, i legali del gruppo immobiliare hanno illustrato quanto realizzato dalla società per l'attuazione della legge 231 sulla responsabilità giuridica delle imprese. A Greco sono poi stati illustrati i contenuti dell'esame contabile del gruppo realizzato per la Magiste dai consulenti della Ernst&Young, completato da pochi giorni. Grosso e Ripa di Meana non hanno ancora presentato istanza di dissequestro delle quote Antonveneta, secondo quanto si apprende. L'intenzione sarebbe comunque quella di procedere con la richiesta quando i legali riterranno che vi siano le condizioni. In precedenza, si era svolto l'incontro tra l'advisor della Magiste, Roberto Vitale e il dg di Bpi Divo Gronchi. «Abbiamo avuto un proficuo incontro di lavoro», ha riferito Vitale.

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