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«Per il Botteghino ci sono intercettazioni buone e cattive»

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In primo luogo esisterebbero le intercettazioni buone e le intercettazioni cattive». Lo sostiene il vicecoordinatore di FI, Fabrizio Cicchitto, ricordando poi i giudizi espressi dai vertici Ds ai tempi della scalata Telecom su Gnutti. «Noi fin dall'inizio — ricorda — abbiamo deprecato tutte le intercettazioni, anche quelle comparse sul Corriere della Sera, sul Sole 24 Ore e quella sul Giornale che aveva riguardato Fazio e Fiorani. Invece, quelle per i DS erano le intercettazioni buone, tant'è che essi hanno osservato uno scrupoloso silenzio sulla loro esistenza e nel merito invece le hanno usate per attaccare Fazio. Inoltre sembra che la pubblicazione dell'intercettazione di Fassino sia stato l'unico atto improprio avvenuto in questo paese su questo terreno. Invece dal 1994 ad oggi Berlusconi è stato colpito da moltissime violazioni del segreto istruttorio. Le elezioni del '96 furono fatte sotto il segno delle violazioni del segreto istruttorio riguardanti le "rivelazionI" della contessina Ariosto che poi la magistratura giudicante ha dichiarato destituite di fondamento assolvendo Berlusconi». «Quando D'Alema nega lo stretto collegamento fra i DS e la Lega delle Cooperative — prosegue — nega una realtà che per di più i cittadini di almeno quattro regioni vivono quotidianamente sulla loro pelle. Inoltre nessuno può contestare che il Monte dei Paschi, tramite il comune di Siena, fa parte in modo organico del sistema di potere della sinistra. Quella di una banca controllata da un Comune è una straordinaria anomalia italiana: adesso qualcuno, essendo fallita l'operazione Unipol, vuole far conquistare la Bnl dal Monte dei Paschi». Cicchitto prosegue: «Vediamo che D'Alema continua ad insistere sul tema "Gnutti socio di Berlusconi". Allora bisogna rinfrescargli la memoria. A suo tempo il vero socio e "compagno di tante battaglie" del dottor Gnutti è stato Roberto Colaninno. Entrambi sono stati protagonisti di quella famosa scalata alla Telecom che avvenne con il beneplacito di D'Alema Presidente del Consiglio che non pose la golden share e favorì l'operazione in ogni modo. Come è noto Colaninno e Gnutti organizzarono un sistema di scatole cinesi: dalla cordata chiamata Hopa alla società lussemburghese che andò sotto il nome di Bell. A proposito di essa D'Alema affermò: "Non siamo davanti ad una misteriosa finanziaria lussemburghese. Si tratta di un gruppo di manager ben noti che hanno fatto Infostrada e Omnitel. Forse stanno facendo il passo più lungo della gamba. Allo stato delle cose consentitemi di apprezzarne il coraggio". Così D'Alema, sulla Bell di Colaninno e Gnutti. Da lì nacque la battuta sui "capitani coraggiosi"».

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