Fassino si costituisce parte offesa
«Ci siamo incontrati - hanno spiegato Carlo Federico Grosso e Guido Calvi - con il Procuratore della Repubblica di Milano, Manlio Minale, e con il dottor Stefano Civardi, e abbiamo depositato una costituzione di difesa di persona offesa nell'interesse degli onorevoli Piero Fassino e Ugo Sposetti in relazione alla diffusione di comunicazioni telefoniche che, nel comunicato della stessa Procura, erano definite irrilevanti ai fini delle indagini e, pertanto, nemmeno trascritte e acquisite agli atti». «Abbiamo inteso sottolineare - hanno dichiarato ancora - la straordinaria gravità dell'accaduto che costituisce reato di violazione di segreto che ha innescato, in particolare in riferimento all'on. Piero Fassino, un'ampia e aggressiva campagna polemica». Ad avviso dell'on. Guido Calvi, l'intercettazione pubblicata da Il Giornale tra Fassino e Consorte, «è una interlocuzione legittima e trasparente». Davanti alla direzione dei Ds, Fassino ha inoltre rivendicato, ancora una volta, la sua «buona fede» nella telefonata a Giovanni Consorte da cui «in modo illegale è partita l'offensiva degli ultimi giorni. Quella era una pura telefonata informativa». Tra le reazioni alla costituzione come parte offesa di Fassino, spicca quella di Antonio Di Pietro (Italia dei valori): «Piero Fassino fa bene a costituirsi parte offesa, ma ha sbagliato obiettivo. Si continua a colpire l'anello debole della catena. Fassino non doveva colpire il giornalista e il giornale che hanno pubblicato le intercettazioni. Il vero danno recato al segretario Ds riguarda invece ciò che è emerso da quelle intercettazioni e cioè il fatto che Consorte abbia usato il suo nome e la sua buona reputazione per fare i propri affari. Fassino doveva quindi costituirsi parte offesa contro Consorte, cioè contro chi ha abusato della sua credibilità».