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Caso Parmalat, Alemanno rinuncia all'immunità

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Il Tribunale dei ministri chiede alla Camera l'autorizzazione a procedere. Solidarietà dalla Cdl

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000,da destinare ad An tramite contribuzioni alla rivista Area». «Non intendo nascondermi dietro l'immunità parlamentare. Il mio comportamento è stato lineare, corretto e trasparente», ribatte immediatamente Alemanno, incassando solidarietà da tutto il partito e ammirazione per il «grande stile» mostrato con la rinuncia. Intanto la destra - un attimo dopo aver sottolineato moralità e onestà intellettuale del giovane ministro - passa all'attacco denunciando il «misero tentativo» di nascondere la vicenda «Bancopoli», sollevare un polverone generale e pareggiare i conti con vicende che riguardano proprio in queste ore la sinistra, depotenziando così la candidatura a sindaco di Roma dell'esponente di An. «La sinistra, sotto schiaffo per il caso Unipol - nota Francesco Storace - insorge, minaccia, querela. Un ministro di destra come Gianni Alemanno rinuncia ad avvalersi di una maggioranza per l'immunità parlamentare e preferisce affrontare a testa alta un processo per cui il pm lo ha già dichiarato innocente. Lo stile è tutto». Proprio questo - raccontano fonti vicine al ministero - sembra aver suscitato incredulità e sincero stupore nel ministro: il fatto che, a fronte della duplice richiesta di archiviazione da parte del pm, il sostituto procuratore Giordano, e ancor prima del Procuratore di Parma (che avevano escluso «ogni rilevanza penale»), il Tribunale di Ministri abbia comunque chiesto la autorizzazione. Incredulità e stupore che si sono trasformate in rabbia leggendo negli atti che secondo i giudici sarebbe stato proprio Alemanno a «suggerire» l'escamotage che avrebbe poi portato alla integrazione dell'illecito. Secondo la ricostruzione del Tribunale dei Ministri, infatti, la Parmalat avrebbe versato alla rivista della Destra Sociale «Area» - vicina ad Alemanno - 85 mila euro a titolo di «ringraziamento» per il suo interessamento nella vicenda della commercializzazione del latte «Fresco blu», in parte favorita dalla emanazione di un decreto del Ministero in violazione delle norme comunitarie. Sempre secondo la ricostruzione dei giudici, Tanzi avrebbe dichiarato che per «ringraziare» il ministro si servì di Romano Bernardoni, tramite una società del settore del trattamento di acque e depurazione, la Bonatti, facente capo a Tanzi ma estranea al settore agro-alimentare. Motivazioni aberranti, insensate, prive di logica, commentano ancora fonti vicine al Ministero. Intanto, una dopo l'altra, arrivano le attestazioni di solidarietà, stima e piena convinzione della estraneità di Alemanno alle accuse. Prima tutta la Destra Sociale, Storace in testa, poi il resto del partito: il portavoce Ronchi, Matteoli, Gasparrri, La Russa, Nania, Gasparri, Mantovano, Urso, le donne di An con la Santanchè, i giovani. Tutti pronti a congratularsi con il ministro per la sua rinuncia all'immunità. Così come i ministri centristi Buttiglione e Baccini. Alemanno sente al telefono anche Gianfranco Fini. E intanto dichiara: «Sono certo che la magistratura riconoscerà la mia totale estraneità». Dalla rivista Area fanno sapere: «La Finanza venga pure, non abbiamo nulla da nascondere».

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