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Unipol dice addio alla scalata Bnl

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Il no di Bankitalia all'opa Unipol sulla Bnl era previsto per oggi, ma a via Nazionale sembra essere prevalsa la volontà di chiudere il prima possibile la partita. La bocciatura è stata motivata con la mancanza dei requisiti patrimoniali da parte della compagnia assicurativa bolognese, troppo "piccola", dunque, per realizzare il progetto di acquisizione. All'appello mancherebbero 2 miliardi di euro, una cifra che è in linea con quanto più volte denunciato dall'attuale presidente di Bnl, Luigi Abete. La decisione, presa dal reggente di Palazzo Koch, Vincenzo Desario, stride con le valutazioni delle altre due Authority, Consob e Isvap, che invece avevano dato il lasciapassare alla scalata di Giovanni Consorte. Ma dalle precedenti autorizzazioni a oggi sono successe molte cose, in primo luogo le inchieste che hanno travolto i vertici di Unipol. Un terremoto giudiziario, finanziario e politico che ha messo via Nazionale di fronte a una scelta obbligata. Bologna pronta a reagire. La compagnia assicurativa bolognese era in attesa della decisione di Bankitalia per valutare le nuove strategie da mettere in cantiere. In un comunicato la società ieri ha dichiarato che nel prendere atto delle determinazioni a cui è giunta la Banca d'Italia, «si riserva, effettuate le necessarie valutazioni, ogni eventuale iniziativa in merito». Il che potrebbe significare l'abbandono delle velleità espansionistiche attraverso la banca romana, oppure tentare un ricorso alla magistratura. La compagnia assicurativa spiega che Banca d'Italia l'ha informata sulla mancanza «delle condizioni prescritte dalla normativa per il rilascio al gruppo Unipol dell'autorizzazione ad acquisire il controllo della Bnl». Da quanto emerge dal contenuto testuale della comunicazione - scrive Unipol - Banca d'Italia ritiene che «il mancato rispetto dei requisiti prudenziali di adeguatezza patrimoniale da parte del prospettato conglomerato Holmo-Bnl costituisce di per sè motivo ostativo al rilascio dell'autorizzazione in punto di sana e prudente gestione» ai sensi del Testo Unico Bancario. Draghi in salvo. La decisione presa ieri dalla Banca d'Italia risolve anche un altro problema, togliendo dall'imbarazzo il nuovo governatore Mario Draghi che potrebbe insediarsi già domani. Draghi, infatti, era stato al centro di polemiche per il suo passato in Goldman Sachs, advisor del Banco di Bilbao, l'istituto di credito basco rivale di Unipol nella scalata alla Bnl. Intanto, al vertice della finanziaria che controlla Unipol è appena arrivato l'uomo che in questi mesi più si è speso per assicurare un dialogo fra le diverse anime, quella bolognese, quella emiliana e quella toscana. Un uomo che, per altro, non ha mai fatto mistero della propria contrarietà al progetto firmato Giovanni Consorte. Campaini, poi, è anche consigliere di amministrazione del Monte dei Paschi di Siena e il principale candidato a diventarne vice presidente in rappresentanza di Unicoop Firenze, salita al 2,4% nel capitale della banca senese. Il nuovo presidente di Finsoe, insomma, sembra il vero e proprio trait d'union fra Bologna e Siena. Un'asse che potrebbe consolidarsi proprio a partire dal fallimento dell'operazione Bnl e portare a un matrimonio ancora più solido di quello attuale.

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