Casini: non criminalizzate le cooperative
Il presidente della Camera incassa subito l'apprezzamento della Legacoop e dei Ds. L'occasione è una cerimonia ufficiale ad Aosta. «Guai a confondere forme patologiche di degenerazione o episodi di malcostume con il fenomeno della cooperazione, con il mondo di migliaia di cooperatori di diverse estrazioni ideali, che meritano considerazione e rispetto», dice Casini. «È un'idea sbagliata sul piano economico, e dunque anche sul piano politico - aggiunge il presidente della Camera - la criminalizzazione del mondo cooperativo a seguito degli inquietanti episodi di questi giorni», perché se «episodi di malcostume, anche gravi» esistono, «non si può buttare il bambino e l'acqua sporca, non possiamo delegittimare il movimento della cooperazione fatto di tanti orientamenti ideali, perché anch'esso fa parte a pieno titolo dell'economia italiana e rappresenta una ricchezza». Parole ben diverse da quelle pronunciate ieri sera da Berlusconi, ospite di Giuliano Ferrara nella trasmissione Otto e mezzo. «Il sistema delle cooperative è qualcosa su cui intervenire, anche legislativamente, perchè rappresentano un sistema che non fa parte del libero mercato e quindi non sano», aveva detto Berlusconi. «Apprezzo le parole del presidente Casini sul movimento cooperativo, ma non mi stupiscono: Casini viene dalla Dc e ha una conoscenza molto più documentata di quella del premier sulla cooperazione», commenta Lanfranco Turci (Ds) che nel movimento cooperativo ha svolto, da dirigente, gran parte della sua attività prima di venire eletto in Parlamento. Turci ricorda che il movimento cooperativo è una realtà molto vasta, «trasversale a diversi orientamenti ideologici» e non si può criminalizzare sulla base delle vicende di Unipol, «che tra l'altro è una società quotata».