«Abbiamo già recuperato sette punti»
Ha appena terminato una maratona tv a La 7 e lo stanno aspettando per cena Gianfranco Rotondi e Publio Fiori della Dc e il socialista Gianni De Michelis. E appena giunto nella sua residenza privata, al premier viene consegnata una cartellina che contiene l'ultimo sondaggio elettorale, il primo dopo le vacanze natalizie. Il distacco tra i due poli si è ridotto ad appena un punticino, 1.6% per la precisione. Sono ormai anni che la Cdl e il centrosinistra non sono così vicini. Il Cavaliere fa salti di gioia: «La partita si è riaperta», confessa ai suoi commensali. E aggiunge: «Se mesi fa il distacco era di otto punti, il trend è positivo, è tutto a nostro vantaggio». Gli altri non gli credono, Berlusconi mostra i fogli con gli ultimi dati e quello più eclatante è quello che riguarda Forza Italia: è tornato ad essere il primo partito, stabilmente sopra il 20%, scavalcando i Ds. E l'altra verità è proprio quella relativa alla sinistra. «Da quando è iniziata la vicenda Unipol - spiega Berlusconi - il nostro trend si è accelerato, la nostra crescita è stata esponenziale. Dobbiamo battere finché il ferro è caldo, non molliamo la presa». Nell'Unione, stando ai dati in mano al Cavaliere, la frana dei Ds sta portando giù tutto il centrosinistra. E non se ne sta avvantaggiando nessun altro, fatta eccezione per un lieve incremento di Rifondazione comunista e dei Verdi. Ferma invece la Margherita ormai raggiunta da Alleanza nazionale. Il partito di Fini sembra godere in modo straordinario dall'inserimento del nome del vicepremier nel simbolo. «E soprattutto - sottolinea Berlusconi - ci sono ancora il 27% di indecisi. Lentamente stanno diminuendo e stanno venendo dalla nostra parte. Voi, i partiti più piccoli, potete svolgere un ruolo fondamentale nel richiamare al voto quelli che già ci avevano scelto nel 2001». Ma il Cavaliere si sente già un altro, sente profumo di vittoria e nella mattinata di ieri carica i suoi recandosi alla sede del Motore Azzurro all'Eur: la Cdl è «in forte rimonta», è il leit-motiv che usa. Ma il premier insiste anche su un altro punto: l'intesa raggiunta nella notte con la Dc e De Michelis (faranno una lista autonoma alla Camera, al Senato saranno in lista con Forza Italia). Un accordo che dovrebbe colmare il gap già prima che la «mia campagna elettorale - spiega il Cavaliere - cominci davvero». E non è finita, insiste Berlusconi. Perché sta per arrivare anche l'alleanza con Alessandra Mussolini, pure in dirittura d'arrivo assieme ad un accordo tecnico anche con il Partito dei pensionati. Per il resto, Berlusconi bolla come «falsità» le indiscrezioni secondo cui ai candidati inseriti nelle liste di Forza Italia sarebbero stati chiesti contributi per la campagna elettorale fino a 100 mila euro: cifre «spropositate» che non corrispondono alle necessità di un partito «snello e agile» che «non ha bisogno di soldi». Ai candidati azzurri e agli attivisti, puntualizza, verrà chiesto un contributo «anche volontario» da investire in manifesti e pieghevoli per trasmettere alla gente quanto di buono fatto dal governo. Nuovi cartelloni, probabilmente senza il volto del presidente del Consiglio, che andranno ad aggiungersi ad opuscoli per illustrare le riforme varate dal governo e le linee-guida per i prossimi cinque anni. E in attesa dei faccia a faccia televisivi con i leader dell'Unione, il Cavaliere annuncia anche il suo tour nelle principali regioni italiane. «Si torna nelle piazza e tra la gente, dovete farlo tutti», insiste Berlusconi: comincerà il 21 gennaio dalla Toscana un lungo itinerario che, ogni fine settimana, porterà il premier a incontrare i cittadini lungo tutto lo Stivale, dalla Sardegna al Lazio, dall'Emilia alle Marche, fino al Veneto e alla Lombardia.