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Svolta nell'inchiesta su Bpi. Oggi summit delle Procure di Milano e Roma

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È l'ipotesi su cui stanno lavorando gli inquirenti milanesi che indagano sulla scalata ad Antonveneta e che incontreranno i loro colleghi romani giunti in serata nel capoluogo lombardo per fare il punto sulle inchieste. Intanto, i pm di Milano e Roma sono andati ieri sera a cena insieme prima di tuffarsi sui fascicoli dell'inchiesta nel summit previsto per stamattina. L'ipotesi dei versamenti ai politici è affiorata dopo gli interrogatori delle scorse settimane di Gianpiero Fiorani, l'ex ad di Bpi in carcere a San Vittore da quasi un mese. Fiorani, da quanto si è appreso, anche se in modo non ancora approfondito, nel corso di alcuni interrogatori, ha già parlato dei suoi rapporti con parte del mondo politico il quale - è il sospetto su cui gli inquirenti stanno cercando riscontri - avrebbe ricevuto pagamenti per mettere a disposizione il proprio appoggio allo scopo di agevolare le sue operazioni. Inoltre, la procura ipotizza l'esistenza di una lobby politica interessata alle scalate bancarie e di una rete di intermediari creata da Fiorani per gestire i rapporti con i politici. E intanto i magistrati hanno di nuovo interrogato ieri, per circa quattro ore, Bruno Bertagnoli, l'operatore finanziario indagato nell'inchiesta Antonveneta. Bertagnoli ha fornito ai pm di Milano i numeri dei conti correnti cifrati riferibili secondo gli inquirenti agli ex vertici di Unipol Giovanni Consorte e Ivano Sacchetti, presso la filiale Ubs di Montecarlo. L'operatore finanziario, come lui stesso ha riferito, nell'interrogatorio ha spiegato ai pm nel dettaglio l'operazione finanziaria avvenuta nel febbraio del 2002. In particolare sarebbe avvenuto uno scambio azionario fra 1,9 milioni di titoli Bpi e 4,6 milioni di azioni ordinarie Unipol, che ha consentito di realizzare plusvalenze per oltre 2,5 milioni di euro. Plusvalenze che da un istituto di credito di Ginevra sono poi state girate, tramite due bonifici, su due conti cifrati a Montecarlo riferibili appunto a Consorte e Sacchetti. Bertagnoli ha spiegato di non sapere quali fossero le controparti dell'operazione di scambio azionario che gli era stata commissionata dall'ex direttore finanziario della Bpi Boni. Accanto ai due bonifici già noti l'operatore finanziario, assistito dall'avvocato Antonella Augimeri, ha consegnato ai magistrati milanesi i documenti relativi a un'altro bonifico bancario che si aggira attorno ai 600 mila euro, partito da una banca monegasca e finito tra il febbraio e il marzo del 2002 su uno dei due conti cifrati presso Ubs a Montecarlo. Nei corridoi di palazzo di Giustizia, Bertagnoli, parlando ai giornalisti ha nuovamente rivendicato la proprietà del Canaletto, il dipinto rinvenuto nel caveau della Bpi: «L'ho acquistato - ha detto - per fare un investimento». La tela venne comprata il 5 novembre 2004 e venne trasferita dalla Banca Popolare di Marostica, dove la custodiva il vecchio proprietario, a Banca Popolare Italiana. È previsto invece per stamattina il vertice tra gli inquirenti milanesi e i loro colleghi romani già arrivati nel tardo pomeriggio a Milano. Saranno esaminate le reciproche competenze e sarà valutato, ufficialmente con uno spirito di massima collaborazione, il destino dei fascicoli che le procure di Roma e Milano hanno aperto sulle scalate bancarie e sulla scalata alla Rcs. Durante il vertice codice alla mano, si verificherà, sia dal punto di vista della gravità dei reati contestati (ad esempio l'associazione per delinquere rispetto all'aggiotaggio, o l'insider trading rispetto all'abuso d'ufficio) a indagati in comune (Fazio, Fiorani, Consorte, Ricucci e altri), sia dal punto di vista "cronologico" della iscrizione di indagati, il «diritto» reciproco a continuare ad indagare ciascuno sui propri filoni di indagine, salvo poi unificare intere tranche di indagine. Da ambienti giudiziari di piazzale Clodio si sottolinea che l'attività investigativa sui tre filoni di inchiesta è stata «notevolissima», per la maggior parte dalla guardia di finanza su

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