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La lettera di addio di Consorte «Resto come socio»

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—————————————————— Egregio Consigliere il primo di dicembre 2005 ho festeggiato, malgrado il momento di grande difficoltà, il mio 25° anno di lavoro in Unipol. È stata una lunga e importante fase della mia vita lavorativa , estremamente impegnativa ma anche ricca di risultati e soddisfazioni personali. Nel 1980 Unipol era una piccola compagnia di matrice cooperativa, comunemente definita rossa, che si trovò ad affrontare innumerevoli difficoltà gestionali e ambientali. Il decennio che va dal 1980 al 1990 fu però talmente caratterizzato da un elevato spirito di adesione e di condivisione degli obbiettivi aziendali da parte degli agenti, dei dipendenti e dei dirigenti che riuscimmo a compiere un salto dimensionale e gestionale di assoluto rilevo nel panorama assicurativo italiano di quell'epoca. Gli ultimi dieci anni sono stati per il Gruppo Unipol, dal punto di vista strategico e dei risultati, entusiasmanti. Siamo diventati il terzo Gruppo assicurativo italiano, abbiamo contribuito a creare oltre 5.000 posti di lavoro; un Gruppo con elevata redditività e l'unico che ha veramente diversificato la propria attività dotandosi di una banca in meno di cinque anni di lavoro effettivo. A coloro che mi sostituiranno alla guida di questo prestigioso Gruppo, al di fuori di ogni ipocrisia, auguro di ottenere migliori e più esaltanti risultati di quelli raggiunti negli ultimi dieci anni. Auspico soprattutto che venga realizzato un grande progetto industriale, quello di far crescere a Bologna uno dei più grandi gruppi assicurativi, bancari e finanziari del Paese. E siamo all'anno 2000. Quando, come Unipol, piccolo socio, entrammo nell'avventura Telecom, considerai doveroso innanzitutto curare gli interessi della Società da me rappresentata, ma valutai anche che il contributo professionale che fornivo con grande impegno a tutta quella operazione non poteva essere prestato in forma analoga a quello svolto per il mondo delle Cooperative. Su questi ultimi fatti si è aperta oggi una campagna mediatica e soprattutto un'approfondita indagine della magistratura. È mio dovere astenermi da ogni commento. Sono altresì convinto che nei prossimi mesi ogni cosa verrà chiarita. Tutto ciò comunque risale al 2001 - 2002 e nulla ha a che vedere con l'operazione BNL condivisa dalla quasi totalità del mondo cooperativo e dall'Assemblea dei Soci di Unipol, che si colloca come ben noto nel secondo semestre 2005. Il progetto sviluppato da Unipol su BNL, con alleati di primario standing nazionali e internazionali, mantiene, malgrado tutto, intatta la sua validità innovativa ed industriale a favore, in particolare, della piccola e media impresa e delle cooperative. Sette mesi di pesanti attacchi dal mondo politico, da quello finanziario e non ultimo da quello dei media, come non mi risulta siano stati concentrati mai su una vicenda finanziaria, possono indubbiamente alterare nell'opinione pubblica la percezione dei fatti. Non riuscirò mai a cancellare i venticinque anni di vita lavorativa per il Gruppo Unipol ed il mondo Cooperativo. A testimonianza di ciò, per tutto quello che ho contribuito a costruire e nel quale ancora credo, chiudo oggi questa mia carriera di amministratore per aprire quella di socio. Con coraggio. Giovanni Consorte

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