«Romano, servono regole o non resisteremo»
E poi conclude eloquentemente: «Qui c'è un solo punto che deve essere chiarito: bisogna decidere il metodo con il quale si decide. Scusi il gioco di parole, ma la questione è tutta qui». Lui, Giachetti, ex capo della segreteria di Francesco Rutelli quando era sindaco di Roma. Vive al suo fianco da cinque lustri, da quando iniziò la carriera nei Radicali. E lui, Giachetti, radicale è rimasto nell'anima. Continua le sue battaglie, qualche volta un po' pannelliane, e si vanta un pochettino: «È vero che la mia non è la posizione di tutto il partito, ma è anche vero che non sono mai stato smentito». Mai? «Be', una volta sì». Quando? «Quando mi battevo perché il partito decidesse la libertà di coscienza sul referendum sulla fecondazione assistita. Ma è stata una sola volta. Per il resto mi lasciano fare e qualcuno - sotto sotto - s'arrabbia». Veniamo alla lettera dei Ds che chiede un rapporto meno insofferente nei confronti della «Rosa nel pugno». Che cosa ne pensa? «Penso che indubbiamente bisogna trovare un punto di equilibrio con questa forza. Sediamoci attorno a un tavolo e decidiamo». I Ds però accusano una parte della Margherita e l'Udeur di discriminare la «Rosa nel Pugno». È così? «Senta, la Margherita è un grande partito. Ed è normale che vi siano posizioni e diverse». Però questo è un problema. «La Margherita può essere distante dai Radicali su alcuni punti. Ma l'Udeur può essere all'opposto di Rifondazione su altri. È ovvio che tra le ali estreme della coalizione ci possono essere punti di vista differenti». Ma non teme che i Ds si possano spingere più in là? «Più in là? E dove?». Oggi sono un partito accerchiato, il rapporto con la Margherita è a rischio. Pannella può essere la scialuppa di salvataggio? «Non sono accerchiati, l'intesa tra noi e Fassino è saldisssima. E Pannella può essere una salvezza per tutta la coalizione». Ds-Rnp da un lato con l'asse laico; Margherita-Udeur dall'altra a comporre l'asse cattolico dell'Unione. Può accadere? «La contrapposizione laici-cattolici è venuta meno. Tanto nel centrosinistra quanto nel centrodestra convivono anime differenti da anni». Ma non si rischia di sbilanciare la coalizione da un lato? «Guardi, Pannella e i socialisti hanno ben chiaro che da soli non sono mai stati maggioritari nel Paese. Così come altri. Facciamo tutti parte dell'Unione e vogliamo portare il nostro contributo». Magari inserendo la revisione del Concordato nel programma dell'Unione... «Pannella ha posto una questione. Magari in modo provocatorio. Ma tutti sappiamo che nel momento in cui si entra in una coalizione, bisogna mediare e smussare gli angoli. La Rosa nel Pugno ha cercato una propria caratterizzazione». L'hanno cercata anche quelli che hanno fatto fuoco e fiamme contro Pannella. «Appunto. Lasciamo da parte le polemiche e guardiamo al merito». E su che cosa si può raggiungere un'intesa? «Sui Pacs penso che si possa ripartire dal testo Grillini. E sulla fecondazione assistita, nella parte sulla ricerca sulla quale anche chi era contro il referendum aveva mostrato perplessità sulla legge». E se Mastella torna ad alzare la voce? «Guardi, lo dico nei confronti di Mastella, di Bertinotti, di tutti noi. È necessario che si fissino delle regole precise. Discutiamo con tutta la passione del mondo, ma poi dobbiamo decidere. Dobbiamo trovare un modo per decidere: per voto a maggioranza, per sorteggio... Ma non possiamo andare avanti così». Così come? «Così con questo metodo che se a uno non gli sta bene una cosa butta all'aria il tavolo e sfascia tutto. Lo dico chiaro: Prodi su questo punto deve intervenire. È troppo tardi. E rischiamo di non durare a lungo, è un film che già abbiamo visto all'opposizione. Al governo non potremo sbagliare».